A diciannove anni, tanti ragazzi si affacciano alle prime esperienze della vita da adulto. C'è chi va a vivere da solo, chi comincia a lavorare. Chi sceglie di viaggiare, chi prende la patente. Nicolò Zaniolo, classe 1999, negli ultimi mesi, ha fatto ben altro. Dopo il suo passaggio alla Roma della scorsa estate, dopo aver incantato nelle giovanili dell'Inter, il fantasista ha esordito in Champions League con la maglia della Roma, poi in campionato contro il Frosinone. Prima ancora, Mancini aveva deciso di chiamarlo in Nazionale. Ai microfoni di SkySport, Zaniolo ha raccontato le emozioni di questi primi mesi da professionista:
"Mi aspettavo che succedessero molte meno cose di quante non ne siano accadute. Vorrei continuare così. L'esordio al Bernabeu contro il Real Madrid è stato pazzesco, non ve lo saprei descrivere. Le gambe tremavano, meno male che c'era De Rossi a darmi una mano. Una volta sceso in campo, però, ho pensato solo a giocare"
"La convocazione in azzurro non me l'aspettavo, ero davanti alla tv e lo sono venuto a sapere così. Ho chiamato mio padre e siamo andati a Coverciano. Spero che in futuro possa risuccedere, ho giocato con campioni come Chiellini e Bonucci e ho cercato di imparare quanto più potevo sebbene avessi poco tempo a disposizione. Mancini mi ha detto che crede molto in me e che adesso starà a me dimostrare quanto valgo"
"La striscia positiva della squadra è iniziata dopo la vittoria con il Frosinone, adesso c'è tanta strada da fare e voglio scendere in campo con quanta più continuità sarà possibile. Di Francesco mi ripete sempre che l'allenamento è lo specchio della partita, che se sarò a sua disposizione riuscirò a dire la mia"
"Idoli? Mi sono sempre ispirato a Kakà, credo di essere forte fisicamente anche se devo migliorare tanto nelle giocate con il piede debole. Spero di riuscire a diventare come Ricardo, per me è sempre stato un esempio"