Il futuro di Franco Vazquez, al di là dei verdetti stagionali, sarà lontano da Palermo. Parola di Maurizio Zamparini, che all’ingresso della sede della Lega Calcio ha di fatto aperto l’asta per il suo fantasista: "Lo seguono due-tre squadre, la prima che si presenta decisa e ha il gradimento del giocatore lo prende”. Tra le pretendenti di lunga data c’è il Milan, che ha già aperto qualche spiraglio per bocca dell’a.d. Adriano Galliani proprio nel giorno della sfida tra i rossoneri e il Palermo. Quel suo “vedremo…” ha lasciato intendere la volontà dei vertici milanisti di tenere d’occhio il Mudo, e Zamparini è pronto a cogliere la palla al balzo: "Ho un ottimo rapporto con Berlusconi e Galliani, sarei felice se andasse al Milan. C’è anche l’interesse di due club inglesi”. Ma in casa Palermo le cessioni non dovrebbero fermarsi qui: "Il nostro bilancio è ottimo - prosegue Zamparini - con la cessione di Vazquez e con quella di altri giocatori come Lazaar sarà perfetto”.
Dall’addio di Vazquez ad un altro addio, forse più importante per il futuro della società. Zamparini, infatti, conferma la propria volontà di lasciare il Palermo in mano ad un altro proprietario: "Lascio definitivamente il calcio. Ho 75 anni, ormai ho altro da fare. Tra un paio di mesi lascerò di sicuro, questa non è più la Lega Calcio che conoscevo. Sarei felice di cedere il club a un palermitano, ma ormai l’Italia è un paese disastrato. Non funziona in nulla, tutti vanno in Inghilterra. Ormai siamo il paese del non fare”. Da parte sua, però, Zamparini sente ancora la fiducia dei tifosi: "Qui a Palermo mi ringraziano tutti anche se andiamo in Serie B, però fanno notizia solo le contestazioni. Se non dovessi trovare un acquirente ci sarebbe comunque un presidente di transizione, non sarò più io”.
In un clima di battaglia (“Siamo l’unica squadra a cui non hanno ancora dato un rigore”, ci tiene a sottolineare il presidente rosanero), Zamparini trova anche il modo per scherzare sull’infinita lista di allenatori portati sulla panchina del “Renzo Barbera” nel corso di questa stagione: Una volta esoneravo io l’allenatore ora si esonerano da soli…”. Nonostante tutto, il patron friulano non ha alcun rimpianto per i continui avvicendamenti avuti in campionato: “Rifarei lo stesso percorso. Con il senno di poi è facile parlare. L’esonero di Iachini era motivato in quel momento, l’allenatore non era quello del primo anno ed è andata male anche con Ballardini".
di Benedetto Giardina