Ivan Zamorano vinse solo la Coppa Uefa del 1998 con l'Inter, ma questo non gli impedì di diventare un idolo dei tifosi nerazzurri. Il cileno arrivò nel 1996 dal Real Madrid a rinforzare un reparto offensivo formato da Ganz, Branca, Djorkaeff e andò via nel 2001, lasciando un attacco bomba, composto, tra gli altri, da Vieri, Ronaldo e Recoba. A distanza di 15 si ripresenterà a San Siro per assistere alla gara dei nerazzurri contro il Cagliari, la sua prima 'vittima' con la maglia dei milanesi:
"Un segno del destino" - si legge nelle pagine de La Gazzetta dello Sport - "Ma battere la squadra di Rastelli non sarà facile. Anche perché Isla nell’ultimo mese è cresciuto tantissimo. L’Inter deve trovare quella continuità decisiva per stare ai vertici. Non è facile quando cambi così spesso progetto tecnico, ma ora credo che ci sia la giusta stabilità societaria. E de Boer mi piace. San Siro? Stadio unico, ma quando senti i mormorii di disappunto dei tifosi non tutti i giocatori hanno la personalità per reagire nel modo giusto. Terzo posto? L’Inter deve puntare allo scudetto. La 'Giuve' è forte ma non imbattibile, mentre Napoli e Roma non mi preoccupano".
Medel, connazionale dell'ex centravanti dell'Inter, può essere decisivo: "Gary è fantastico. Nulla gli fa paura, lotta sempre ed è più tecnico di quanto si pensi. Forse a quest’Inter servirebbe qualche Medel in più. Nei primi anni di carriera veniva spesso espulso, è migliorato tantissimo sotto questo profilo. Ma è vero che ogni tanto ci casca ancora. Questa generazione di giocatori stranieri è straordinaria e sta cambiando la mentalità calcistica di un intero Paese. Mio figlio Ivan de Maria, 8 anni, mi chiedeva sempre come mai non avevo vinto tanti trofei in nazionale. Poi l’ho portato con me a vedere le due finali vinte contro l’Argentina. Si sta abituando bene...".
Icardi? Farebbe comodo anche all'Argentina: "Credo sia una questione più personale che calcistica. Farebbe molto comodo a questa squadra. Mauro è cresciuto come uomo, ancor prima che calciatore. Contro la Juventus si è battuto come uno... Zamorano". Messaggio speciale per Brozovic: "Nessuno è contento quando non gioca, ma puoi arrabbiarti solo se hai la coscienza pulita. Se ogni tanto esci a divertirti, ci sta, ma il giorno dopo in allenamento devi comunque mettercela tutta. Europa? Che brutte partite contro Hapoel e Sparta! Ma a me soprattutto fa tristezza non vedere l’Inter in Champions. Detto questo, sono certo che ce la faremo a passare il girone".
Proprio la Coppa Uefa del 1998 rimane il ricordo più bello: "Gol in finale e primo trofeo internazionale mai alzato da un cileno. Il massimo. Ronaldo? Fenomeno vero. Mi ricordo che con Moratti decidemmo di tirargli su il morale dopo la finale mondiale persa dandogli la mia maglia numero 9. Mi consolai con il famoso 1+8. Nel ‘96 mi volevano anche Bayern Monaco, Juventus e Atletico, ma appena conobbi Moratti capii che Milano era il posto giusto. Lui per me è l’Inter, anche se la proprietà asiatica ha messo comunque un interista vero come Javier Zanetti". In chiusura d'intervista un accenno alla Juventus: "Può vincere la Champions, ma la vedo un gradino sotto a Barça, Real e Bayern. Al livello di City e Atletico. Squadra gestita alla grande da Simeone. Uno che prima o poi voglio vedere sulla panchina dell’Inter".