Dopo Simy e Nicolò Pirlo, in giornata è accaduto un altro spiacevole episodio. I protagonisti sono i social – Instagram nella fattispecie – che sempre più frequentemente diventano una valvola di sfogo per i tifosi che vogliono liberarsi delle loro frustrazioni.
Ad essere preso di mira questa volta è stato Mattia Zaccagni, centrocampista del Verona, che ha ricevuto insulti molto pesanti da parte di alcuni utenti. La sua unica “colpa” è quella di aver fatto il suo lavoro (giocare a calcio e dare sempre e comunque il 100%), nella partita di ieri sera contro il Napoli.
Il gol di Faraoni ha inchiodato gli azzurri sull’1-1 e ha di fatto impedito alla squadra di Gattuso di ottenere un posto nella prossima Champions League.
LO SCREENSHOT DEL MESSAGGIO
Da qui l’ira di alcuni tifosi che hanno augurato mali incurabili tanto al ragazzo quanto alla sua famiglia. Ovviamente non bisogna fare di tutta l’erba un fascio, con grossa parte dei tifosi che – tanto in questo episodio, quanto nei precedenti che hanno visto coinvolti altri calciatori – hanno espresso solidarietà e vicinanza al centrocampista.
Episodi, questi, che sono tanto inaccettabili quanto privi di alcun senso, dal momento che il calcio per i tifosi deve restare sempre e comunque un gioco.
IL POST DI ZACCAGNI
In serata, lo stesso Zaccagni ha espresso la propria amarezza con un post: "Sono amareggiato dalla cattiveria delle persone - ha scritto Zaccagni - spesso non ci si rende conto che dietro ad un personaggio pubblico c’è una persona normale, con una famiglia normale e soprattutto una vita normale. Fortunatamente le critiche a me rivolte mi scivolano addosso perche nella mia vita mai nessuno mi ha regalato nulla, ho sempre lavorato e lottato per arrivare dove sono, il mio futuro io non lo posso ancora sapere ma sicuramente fino a che sarò a Verona continuerò a dare l’anima per il Verona. Mi dispiace - ha concluso - che al giorno d’oggi sui social si scatena questo forte odio che potrebbe portare persone più deboli a starci male, quindi chiedo a tutti voi di riflettere e pensarci un po’ prima di scrivere cattiverie".