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Data: 20/01/2016 -

Yepes dà l'addio al calcio: "Rimarrò legato a questo mondo, magari da allenatore"

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40 anni appena compiuti, più della metà trascorsi a giocare a pallone in giro per l'Europa e per il mondo, ma adesso è arrivato il momento di dire basta: Mario Yepes annuncia il suo ritiro dal calcio giocato. Dalla Colombia al River Plate, fino ad arrivare al Paris Saint Germain e a diverse squadre italiane, l'ormai ex difensore ha voluto salutare tutti così: "Questo è per me un giorno importante, da oggi non faro' più parte di nessuna squadra come calciatore. Ringrazio Dio per aver avuto la possibilità di fare una grande carriera - ha detto l'ex giocatore di Chievo, Milan e Atalanta - adesso mi sento una persona preparata per il futuro".

102 presenze con la Nazionale colombiana e la vittoria della Copa America nel 2001, Yepes - che nell'ultima stagione ha giocato con gli argentini del San Lorenzo - non ha ancora deciso cosa farà in futuro: "Ho approfittato degli ultimi anni di carriera per farmi trovare pronto per qualsiasi obiettivo voglia raggiungere, ancora non so cosa farò, ma magari lo capirò presto. L'agente? Non credo, ho preso il patentino da allenatore, a partire da oggi valuterò i progetti che mi verranno offerti, il calcio continuerà a far parte della mia vita perchè è quello che mi appassiona. Il ritiro? Mi sarebbe piaciuto terminare la carriera in Colombia, magari nel Deportivo Cali', ma purtroppo non e' stato possibile nonostante ne avessi tutta la voglia. Peccato, ma non è mancato per me". Chiusura anche sul mercato, Yepes ha parlato dell'eventualità di un trasferimento in Cina di un suo connazionale, Fredy Guarin: "Se è davvero questo ciò che vuole bisogna sostenerlo e sperare che possa rimanere in forma per continuare a giocare con la Colombia. Nella testa di un calciatore passano troppe cose, quando si decide per un trasferimento deve esserci l'accordo di tutte le parti. Partirà? Non so se sia già un'operazione chiusa, se così fosse vuol dire che per lui era il momento giusto di lasciare l'Inter - conclude l'ex milanista - Non so se sia giusto o meno, queste sono decisioni che uno deve prendere in privato insieme alla sua famiglia".

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