Immaginiamo un tipico sabato di campionato: la squadra del cuore gioca in trasferta e si tifa davanti alla TV.
Al 75’, sullo 0-0, dialogare a distanza con l’allenatore per provare a vincere la partita diventa obbligatorio: “Togli un difensore, cambia il terzino, sostituisci l’esterno…”.
La scelta tecnica, di norma, lascia sempre perplessi, ma in alcuni casi, ancora di più; per esempio se a fare il suo ingresso in campo è un giocatore che la società ha acquistato durante il mercato estivo per rafforzare la “squadra riserve”.
Nella fattispecie la squadra è l’Hannover, che sabato scorso giocava a Brema contro il Werder. Il suo allenatore, Andre Breitenreiter, a un quarto d’ora dalla fine, decide di dare fiducia al ventitreenne Hendrik Weydandt, punta centrale di quasi due metri di altezza e dagli occhi di ghiaccio.
Non del tutto un azzardo, perché in realtà ha già firmato una doppietta in Coppa di Germania una settimana fa. E’ assurdo però pensare che fino a qualche anno fa l’attaccante aveva vestito la maglia del 1.FC Germania Egestorf/Langreder (squadra di settima serie tedesca). Ma è da lì che è iniziata la scalata di Weydandt che in estate ha lasciato la quarta serie ed ha iniziato la sua avventura all'Hannover.
Non importa, a Breitenreiter piace da quando lo osserva in allenamento, e a confermare le impressioni ci vuole poco. Weydandt in due minuti sigla l’esordio in Bundesliga, raccogliendo l’assist del compagno e lo status dell’eroe di giornata.
Il Werder la partita l’ha pareggiata, ma la storia della della seconda giornata del campionato di Germania è quella dell’attaccante in maglia 26 dell’Hannover, che ricorda inevitabilmente quella di Jamie Vardy.
Nel 2012, passò dal calcio dilettantistico al Leicester, che trascinò alla promozione in Premier e con cui vinse uno storico titolo. Se Weydandt ripercorrerà gli stessi passi non lo sappiamo, ma tre gol in due partite ufficiali, come inizio non sono per niente male.