Un telefono che squilla. Qualcuno che sembra sapere tutto di voi e vi minaccia di morte. È quello che è successo domenica scorsa al giocatore del Boca Juniors “Wanchope” Abila che ha subito denunciato il fatto alla Polizia.
Una chiamata anonima e poche parole che gettano nel terrore l’attaccante argentino: dall’altra parte del telefono qualcuno che lo conosce bene, qualcuno che aveva seguito ogni sua mossa, sapeva ogni cosa della sua vita. L’indirizzo di casa, quello dei genitori e del figlio. Le abitudini, gli spostamenti.
Un’ombra. A riportarlo è il portale argentino Tn. Immediata la scorta disposta dal giudice ma il terrore resta: “Voleva rapirmi”, le parole del calciatore agli agenti, a cui ha ammesso che anche sua madre ha ricevuto una telefonata nella quale veniva avvisata del rapimento di un parente. Immediato l’inizio delle indagini sull’accaduto.
Minacce ricevute dopo il ko contro il River nel Suerclasico: Boca sconfitto per 2-0 nell’andata della semifinale di Libertadores, con "Wanchope" Abila che non ha inciso nel match e adesso è alle prese con l’ennesimo infortunio che ne mette a rischio anche la sua presenza nel match di ritorno. Ma per il momento, per lui, le preoccupazioni sono ben altre.
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