È un tipo strano, Maik Walpurgis. Sarà per quei capelli rosso fuoco che ne fanno una figura sui generis; o per quel cognome che rimanda inevitabilmente alla famosa "Notte di Valpurga" (Walpurgisnacht in tedesco), festa celebrativa di primavera che si tiene in Germania tra il 30 aprile e l'1 maggio, tradizionalmente legata a riti di stregoneria ("Sono convinto che nel 15º secolo con questi capelli non sarei sopravvissuto", ha ammesso simpaticamente in un'intervista). Anche la sua storia di normale ha davvero poco: oggi è allenatore dell'Ingolstadt, in Bundesliga, ma fino a poco più di un mese fa non era mai andato oltre la 3.Liga, Serie C tedesca. I bavaresi, dopo l'esonero di Kauczinski, lo hanno scelto in breve tempo e a sorpresa, quasi già sapessero cosa poteva avere in serbo. E le tre vittorie (contro Darmstadt, RB Leipzig e Bayer Leverkusen) in cinque partite finora non possono che dare loro ragione.
Di Walpurgis si sapeva poco, come poco si sa oggi. Scavare fino al VfL Osnabrück e Sportfreunde Lotte per credere: dal 2011 al 2015 ha allenato lì. Gavetta e ancora gavetta, per un 46enne catapultato all'improvviso nel calcio dei grandi e chiamato a recuperare una classifica quasi disperata (con una squadra - c'è da dirlo - davvero poco competitiva). Si definisce meticoloso e ama leggere autobiografie di grandi allenatori. Le ultime? Ancelotti e Hitzfeld, due grandissimi a cui si ispira. In più ha un hobby davvero insolito, che riflette il suo essere ossessionato dai dettagli: curare il giardino di casa. Un attaccamento ai particolari che spesso lo ha tradito, soprattutto "quando mi sono fatto sopraffare dall'emozione". Errori di un passato che vuole correggere, prendendosi un posto importante in Bundesliga.
E Walpurgis lo sta facendo, sorprendendo tutti gara dopo gara. A suo modo ha già scritto la storia, fermando per la prima volta l'RB Leipzig. Ringraziato da tutti, soprattutto dai suoi avversari (i rivali regionali del Bayern gli hanno promesso un vagone di birre e salsicce). Il segreto della striscia positiva? Molto semplice: la difesa. L'Ingolstadt non è la tipica squadra che gioca bene, ma finalmente ha trovato un equilibrio difensivo che gli permette di creare diversi problemi alle rivali. Un catenaccio vecchio stile che ha aiutato però i bavaresi a rifiatare in classifica e portarsi a un solo punto dalla zona salvezza. Guidati da uno sconosciuto dai capelli rossi con un cognome da stregone, che si è preso dopo anni di lotta nelle serie minori una soddisfazione senza precedenti. Walpurgis e la sua storia.