Si gode la vita Mirko Vucinic, che dal 2014 ha deciso di segnare e incantare con l'Al-Jazira. Poche pressioni, tanto divertimento e anche tanti soldi. Nulla a che vedere con il clima che si respira alla vigilia di gare come Juventus-Roma, che Mirko non si perderà:
"Posso dire che a Torino si sentono meno radio che a Roma..." - si legge nelle pagine de La Gazzetta dello Sport - "Ogni tanto ci scherzavamo sopra durante gli allenamenti, le sentivamo in macchina andando a Trigoria. Nulla che non ci facesse dormire, ma alla fine le chiacchiere ti arrivano sempre all’orecchio e, magari, ne patisci. In generale, possiamo dire che la differenza è l’ambiente e l’abitudine a vincere. Nulla di nuovo, a Roma ci sono spesso troppe pressioni: non è una giustificazione per i giocatori, ma questo a volte si paga. E' solo questione di tempo: anche io ho sfiorato più volte la vittoria là, ma mancava sempre un zero virgola. Spalletti potrebbe averlo trovato adesso: vedo una squadra che gioca benissimo, esprime il calcio migliore in Italia, ed è bellissimo guardarla anche in tv. Spalletti è stato sempre un grandissimo allenatore: non credo gli si possa rimproverare niente. Sia la mia Roma che questa sono squadre di altissimo livello".
Differenze tra la Juventus di Vucinic e questa Juventus? "Forse adesso ci sono più campioni e più alternative. La società è cresciuta al punto tale che è difficile contenderle la leadership. Pensate solo agli acquisti di Higuain e Pjanic, due fenomeni: come si fa a criticarli? Era ovvio che gente così risolvesse le partite al momento giusto". Anche la Roma ha le sue armi: "Faccio altri due nomi, negli stessi ruoli dei giocatori della Juve: Dzeko e Nainggolan, l’attaccante e il trequartista. Per me tutta la sfida si gioca là. E poi molto dipenderà dalla capacità della difesa della Juve, che è sempre fortissima, di resistere alla pressione giallorossa. Personalmente, spero in un pareggio: così ci sarà ancora campionato e ci divertiremo tutti".
Spogliatoio? Non ci sono grosse differenze: "Alla Juve i leader sono sempre gli stessi, a partire da Buffon. Non mi sorprende che sia ancora il migliore. Ma non è vero che lo spogliatoio della Roma sia così tanto diverso o più sfaldato: anche là le responsabilità si dividono. Dietro Totti arriva sempre De Rossi e non solo". In chiusura d'intervista Vucinic spiega perché ha smesso di essere protagonista troppo presto: "È il solito discorso, forse mi è mancata fame e cattiveria, ma non è una colpa e, soprattutto, non ho rimpianti. Magari potevo fare una carriera diversa però adesso, anche se mi manca un po’ l’Italia, sto benone ad Abu Dhabi. Sono fatto così, che c’è di male?".