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Data: 08/01/2019 -

Voce, vizi e felicità. Osvaldo in Italia da rockstar: “Libero da ipocrisie”

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Una carriera interrotta a trent'anni, un'altra iniziata nel 2016. Oggi Osvaldo è il frontman dei Barrio Viejo. Siamo stati a Paganica alla prima tappa del tour italiano. E dietro al palco, ci ha raccontato la sua vita.
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Una carriera interrotta a trent'anni, un'altra iniziata nel 2016. Oggi Osvaldo è il frontman dei Barrio Viejo. Siamo stati a Paganica alla prima tappa del tour italiano. E dietro al palco, ci ha raccontato la sua vita.
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"Io, il Boca e Pochettino. Nella mia testa c'è di tutto"

Il pubblico di Paganica ha apprezzato la sua musica e un concerto lungo quasi quanto un incontro. Alla fine tutti e tutte vogliono un selfie. Pablo Daniel non si sottrae mai, anzi. Un ragazzo gli porta una maglia da autografare. È quella del Boca Juniors, stagione 2015/16. Numero 23, Osvaldo. Sorride nel vederla e forse per un momento un pizzico di nostalgia gli attraversa la testa. “Il giorno dell’esordio alla Bombonera è stato il più bello della mia vita. Segnai anche una doppietta. Che si può volere di più? Sarà sempre la mia squadra del cuore, quella con cui sono cresciuto”. In tanti si complimentano con la band. Riff e sonorità hanno superato la barriera linguistica con lo spagnolo. “In italiano ancora non riesco a scrivere. Magari un giorno farò un pezzo sul calcio. Ma solo in positivo”.







Un’ispirazione potrebbe essere Pochettino, l’allenatore del Tottenham che lo ha valorizzato al massimo all’Espanyol e rivoluto a Southampton. Fino a cinque anni fa, Osvaldo era il suo Harry Kane. Dani fa un tiro di sigaretta e una smorfia disincantata. Il rimpianto di ciò che avrebbe potuto essere non lo sfiora. “Pochettino è un grandissimo allenatore ma nella sua testa esiste solo il calcio. Nella mia esistono tante altre cose. Non avrei mai potuto essere come mi avrebbe voluto”.

Potrebbe scriverne una per Zeman “che per me è stato come un padre” o per De Rossi, “uno dei miei migliori amici nel calcio insieme a Tevez e Heinze”. Oppure una per i “campioni veri con cui ho giocato: Totti, Pirlo, Buffon. Gente di un altro livello, non solo sul campo”.


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