"Viva el Futbol y Viva Messi". Impazziti tutti i telecronisti e radiocronisti di Argentina. A Quito, Lionel Andrès Messi batte Ecuador 3-1. E'questo il finale dallo stadio Atahualpa. Nel regno degli inca, sotto gli occhi dell'ultimo imperatore, a cui è intitolata lo stadio, è l'argentino a comandare e portare la Selección in Russia. E' bastata una tripletta - la sesta con la maglia dell'Albiceleste - per spedire la Nazionale in Russia. Eppure le premesse erano state pessime con il gol di Romario Ibarra - il secondo più veloce della storia delle qualificazioni - dopo 37 secondi. Sembrava potesse consumarsi un dramma sportivo, ma così non è stato. L'Argentina è rinata, presa per mano dai gol della pulguita. Dicianovvesimo, ventesimo e ventunesimo gol realizzati in un solo colpo, che lo rendono l'attaccante più profilico della storia delle qualificazioni assieme - guarda caso - al suo compagna di squadra al Barça, Luis Suarez. Una Argentina davvero dipendente dal suo numero dieci, come testimonia il dato sulle ultime cinque reti realizzate: 4 gol sono di Messi + un autorete. E' da più di un anno che un giocatore diverso da Messi non segni in una partita ufficiale. Un dato eclatante che racconta tutta la dipendenza della Nazionale dal proprio giocatore più forte. L'ultimo lo ha realizzato Gonzalo Higuain, in Perù lo scorso sette ottobre 2016. Era un'Argentina senza Messi, senza il suo assoluto trascinatore. Ma adesso è tutta un'altra storia, il cui epilogo si vedrà soltanto in Russia. Ma la prefazione di Quito è stupenda. E Messi l'ha scritta - ancora una volta - da solo.
Data: 11/10/2017 -