Al fratello ha trasmesso la passione per i tatuaggi. “Io però ne ho molti più di lui e, a differenza sua, mamma non mi ha minacciato di mandarmi via da casa... Ma solo perché li ho fatti quando ero fuori, di nascosto da lei”. Essere più grande ha i suoi vantaggi, ma anche qualche lato negativo. “Che si trattasse di una partita a calcio tra amici, una sfida tra di noi nel corridoio di casa o anche solo alla Play, alla fine dovevo farlo vincere: Leonardo impazziva all’idea della sconfitta”. Legame tra fratelli, indissolubile: “Abbiamo un rapporto bellissimo, anche se ovviamente non ci vediamo spesso come un tempo”. Sia Tommaso che Leonardo, infatti, difficilmente hanno un weekend libero da poter trascorrere insieme né vivono sotto lo stesso tetto. Sì... ma chi sono?
Due fratelli, come detto. Che non hanno in comune solo la passione per i tatuaggi, no. Sia Leonardo che Tommaso alla voce professione sulla carta d’identità hanno scritto ‘calciatore’. Morosini, sì. Mistero svelato, almeno in parte. Perché mai come in questo caso si potrebbe dire questione di... Dna. Tommaso, centrocampista classe 1991 con un passato nelle giovanili dell'Inter e tanta Lega Pro nelle gambe, da due stagioni ha intrapreso una “scelta di cuore, la cosa migliore che ho fatto fino ad oggi”. Il riferimento, nemmeno a dirlo, è sempre calcistico. “Il pallone è il mio mondo”, ci racconta in esclusiva Tommaso.
“Negli ultimi anni non ero felice e non avevo più stimoli, così ho deciso di fare un salto all’indietro, tornando di fatto a casa. L’idea di trasferirmi alla Virtus Bergamo (Serie D) è stata dettata proprio dal desiderio di tornare a sorridere. Oggi mi sento rinato: gioco, segno (già tre gol, ndr), alleno i bambini della Scuola calcio, mi sono iscritto all’Università alla facoltà di Scienze Motorie ed inoltre, con un mio amico, stiamo per avviare un’attiva di e-Commerce per la vendita di camicie online”. Un fiume in piena, Tommaso Morosini. L’aria di casa lo ha proprio rigenerato.
Ma c’è di più. Perché per lui la Virtus Bergamo non è solo la formazione del suo paese, Alzano Lombardo, ma una vera e propria questione di famiglia. “Ezio Morosini, il presidente, è un cugino di mia madre. In questa stessa società per anni è stato dirigente mio nonno Luciano”. Trattativa dunque che non sarà stata difficile… “No, no: una telefonata di 5 minuti”. Sorride Tommaso, soddisfatto. E con un sogno nel cassetto: “Se con mio fratello Leonardo raggiungiamo complessivamente 25 gol a fine stagione prometto che faremo un concerto in piazza ad Alzano: io alla chitarra, lui al pianoforte”. Altra passione in comune dei fratelli Morosini, la musica. Dolce sinfonia di una famiglia nel pallone.