Nove punti nelle prime otto giornate di campionato. Se c’è una squadra rivelazione di questo inizio di stagione è sicuramente lo Spezia, che alla sua prima stagione in Serie A sta avendo un rendimento molto positivo per una neopromossa. Promozione ottenuta lo scorso 20 agosto ai playoff con meno di un mese per attrezzare una squadra all’altezza della Serie A, ma con un allenatore in panchina come arma in più. Perché uno die principali punti di fornza dei bianconeri è Vincenzo Italiano.
“Stiamo crescendo – racconta l’allenatore alla Gazzetta dello Sport -, a noi piacerebbe sempre avere il pallino del gioco in mano, ma in Serie A non si può. Bisogna adattarsi alle categorie: in C il mio Trapani giocava molto verticale, in B lo Spezia aveva una manovra più avvolgente, in A ritengo che sia meglio essere aggressivi per togliere tempo e spazio all’avversario”.
Una costruzione della manovra che parte dal basso, senza lanciare il pallone verso l’attaccante di riferimento. Una soluzione che ti fa prendere qualche rischio in più, ma che secondo l’allenatore è necessaria.
“Se lancio la palla in avanti a caso, dopo qualche secondo correrò un pericolo. Se c’è spazio il pallone va giocato, anche dai difensori. Spesso i più bravi a centrocampo sono pressati quindi bisogna partire ancora da più dietro. Se continui a lanciare palla e a darla agli avversari starai sempre in trincea”.
L’allenatore bianconero poi chiude facendo una distinzione tra Galabinov e Nzola, per poi indicare le possibili rivali per la salvezza.
“Sono due giocatori molto diversi. Galabinov è più cinico, mentre Nzola è attacca più la profondità. Le rivali per la salvezza? Bisogna vedere se Udinese, Torino e Fiorentina risaliranno. Spero che la mia squadra cresca, a prescindere dalle avversarie. Salvarsi sarebbe come vincere uno scudetto”.
L’intervista completa sulle pagine della Gazzetta dello Sport