Bandiere argentine, cori, e un grido quasi unanime: “Resta con noi, Paulo!”. A Villar Perosa, Dybala si prende la scena. Lui ricambia, sorridendo. È contento di essere alla Juventus, si vede. È stato tra i primi a uscire dal pullman. È stato tra i primi a essere acclamato. Dybala e la Juventus, una storia ancora tutta da conoscere.
Sarri, influenzato e con la felpa a mo’ di sciarpa intorno al collo (nel pomeriggio assolatissimo di Villar), decide di schierarlo in campo dal primo minuto: lui corre, lotta e segna. La prima rete è su rigore, la seconda con un bel tiro all’incrocio. Sono le due reti che la Juve A segna nel primo tempo, per il momentaneo 2-1. La partita durerà poi altri 6’: in tempo per vedere un gol di tacco di Cuadrado prima dell’invasione di campo dei tifosi, ormai diventata un classico dell’amichevole che avvicina la Juventus al campionato. Non c’era Ronaldo in campo, c’era Dybala. La Joya ha voluto mandare un segnale chiaro ai bianconeri, forte dell’appoggio che i tifosi gli hanno riservato sin dal giorno delle visite mediche.
Entusiasmo che, in generale, a Villar Perosa non è mancato. I giocatori si sono concessi per gli autografi (anche a chi, con una canna da pesca, ha attaccato un pallone per poterli raggiungere più facilmente): Chiellini ha festeggiato il suo compleanno in campo; De Ligt, che non ha giocato per un fastidio al piede, ha avuto un altro assaggio della bella accoglienza che gli è stata riservata.
Ma il protagonista è stato lui, Dybala. Con il mercato ancora aperto a colpi di scena, il suo nome continuerà a circolare. La risposta sul campo è decisa: al cuor non si comanda. “Resta con noi, Paulo!”, hanno continuato a gridargli i tifosi. Un’eco che quasi accompagna il pullman all’uscita da Villar Perosa. Anche quest’anno, la partitella in famiglia saluta la Juve a poco più di una settimana dall’inizio del campionato. Un’immersione bianconera per Sarri e tutti i nuovi. Un grido di conferma per chi, forse, ha ancora qualcosa da dire.