Del Piero, Buffon e Trezeguet nel lontano 2006 decisero di non abbandonare la loro Juventus nonostante la retrocessione in Serie B, onorando la maglia bianconera al di là della categoria. A distanza di quasi 10 anni Alessandro Lucarelli ha deciso di andare addirittura oltre. Dalla Serie A è arrivato fino ai dilettanti - in Serie D - per non abbandonare il suo Parma. “Ammetto che l’impatto con il campionato è stato duro - racconta Alessandro Lucarelli a gianlucadimarzio.com - perché quando siamo arrivati ad Arzignano per giocare la prima partita mi sono guardato attorno e mi sono chiesto dove ero finito. Poi le cose sono migliorate, anche perché questa è una categoria tosta. Ad esempio mio fratello Cristiano con quella pancia che ha non segnerebbe neanche un gol”.
Una battuta per rompere il ghiaccio per ok l’impatto, ma poi a Parma è tornato tutto al normalità. Nel senso che da quelle parti si è fatto tutto come se il campionato fosse di professionisti. Lucarelli a fare da chioccia, e tanti ragazzi attorno a crescere con lui. Su tutti Alessio Agrifogli, classe ’96, arrivato in prestito Empoli. “Per me è stata la prima esperienza lontano dalla mia famiglia, ma qui a Parma ci hanno impiegato pochissimo a farmi sentire a casa”. Anche perché la struttura messa a disposizione dalla società per i ragazzi più giovani è proprio all’interno del centro sportivo di Collecchio. “Condivido la camera con un compagno di squadra e così mi sento anche meno solo”. La loro vita è tutta lì: nel verde dei campi da calcio, tra uno schema di Apolloni e un consiglio di Lucarelli. “La prima volta che l’ho incrociato nello spogliatoio gli ho dato del lei”, e non è una semplice battuta. “Non sapevo neanche io come comportarmi nei suoi confronti, e devo dire che è stato lui a venirmi incontro e ad inserirmi nel gruppo. E poi io faccio il terzino e mi da tantissimi consigli sopratutto per le letture difensive”. In una cosa però ancora non si sono “trovati”. “Impossibile vederlo accanto a noi ragazzi per una partita alla Play Station - racconta ridendo - perché secondo me non ci sa giocare e non vuole fare brutte figure”.
In campionato del Parma è stato proprio come scritto sulla porta del magazzino “Solo D passaggio” tra i dilettanti. Una volata verso la Lega Pro come in una tappa di velocità del Giro d’Italia, ed il paragone con il ciclismo non è del tutto casuale. Per dimostrare l’attaccamento dei tifosi nei confronti della squadra, infatti, in occasione della partita che si è giocata a Brescello contro il Lentiggione oltre 50 dei 3mila sostenitori del Parma hanno raggiunto lo stadio in bici. Circa 25 km di passione grazie ad un’idea nata da Gino Ferri, storico tifoso e grande appassionato di bicicletta. Ma questa è stata solo una delle grandissime manifestazioni di affetto da parte di tutta la gente di Parma che ha fatto registrare record di presenze allo stadio Tardini destinati a rimanere tali nella storia del campionato di Serie D.
E non è l’unico, perché dal punto di vista calcistico è arrivato anche quello delle zero sconfitte nell’intero campionato. “Sinceramente non ho mai avuto la sensazione di poter perdere una partita”, ammette l’attaccante Matteo Guazzo che dalla Serie B con l’Entella ha scelto di sposare la causa del Parma. “All’inizio è stata dura anche perché ad esempio quando siamo andati a giocare a Milano Marittima non sapevo neanche che lì avessero una squadra. E poi gli avversari contro di noi davano sempre il massimo. Durante la settimana vedevamo i loro video e sembrava che in campo camminassero, poi la domenica contro di noi andavano a mille all’ora”. Matteo, come gran parte dei suoi compagni, si gode la promozione e guarda al futuro. “Muovermi da qui? Ma scherzi? Chi è il pazzo che va via adesso!”.
Tifosi, grande entusiasmo ma non solo. Bruno Ridolfi, braccio destro di Apolloni ha le idee molto chiare su cosa ha fatto la differenza in stagione. “Su tutto dico le motivazioni. Perché sarebbe facile dire che avevamo più qualità degli altri, ma posso assicurare che per i nostri ragazzi portare lo scudetto del Parma sulla maglia e l’affetto dei tifosi sono stati gli elementi chiave del nostro successo”. D’altra parte la promozione è arrivata addirittura con 4 giornate di anticipo.
Adesso è tempo di pensare alla Poule Scudetto, seppure con una piccola particolarità. “Dopo l’ultima partita abbiamo finito i kit da gara. Per fortuna ce ne è rimasto un solo pacco che useremo per tutte le prossime partite - racconta il magazziniere Matteo Priori - ma d’altra parte era impossibile non regalare le maglie ai nostri tifosi che ci seguivano in tantissimi per ogni trasferta”. Problema di maglie ma non solo per Alessandro Lucarelli. “Per la prima volta in carriera mi è capitato che gli allenatori delle squadre avversarie mi chiedessero una foto prima o dopo la partita. All’inizio mi faceva davvero strano, ma ora è diventato quasi un rito”. Anche se alle volte non tutto andava per il meglio quando si giocava lontano dal Tardini. “Sinceramente non ho mai creduto alla storia degli spogliatoio senza riscaldamento o senza acqua calda ed infatti non abbiamo mai avuto di questi problemi, anche se spesso ci è capitato di giocare con i palloni sgonfi per penalizzare le nostre qualità tecniche, ma sono cose che capitano”.
Adesso ci ride, da buon capitano Alessandro Lucarelli che si può godere la sua impresa più bella, perché dopo anni di Serie A, vincere un campionato in Serie D dimostrando la proporrai professionalità e l’attaccamento alla maglia anche tra i dilettanti, non ha prezzo