In Italia ce lo ricordiamo con le maglie di Sampdoria, Parma, Lazio e Inter; all’estero con quelle di Manchester United e Chelsea per citarne qualcuna. Di chi si tratta? Della “brujita” Juan Sebastian Veron, attuale presidente dell’Estudiantes, che ai microfoni di Rai Radio Sei, ha commentato tra gli altri temi, anche il suo scudetto conquistato con la maglia biancoceleste: “É stato uno dei periodi più belli della mia vita calcistica giocare nella Lazio. Mi sono trovato in una città stupenda, con gente meravigliosa. É stato tutto speciale, ho ancora i brividi se ripenso al 14 maggio del 2000: è stata una giornata incredibile, mai vissuto una giornata come quella, infinita. Tutti noi nel nostro cuore speravamo potesse accadere quel giorno. Al Circo Massimo non potevamo scendere dal pullman, è stata una cosa pazzesca. Se devo pensare ad un momento penso al fischio finale a Perugia e la festa al Circo Massimo. Era qualcosa di eccezionale vedere tanti tifosi, ho provato qualcosa di simile solo qui all’Estudiantes”.
Il pensiero volge a quella Lazio fatta di campioni: “Penso che potevamo vincere qualcosa in più. Magari una Coppa dei Campioni o potevamo lottare anche per lo Scudetto successivo, ma non siamo stati abbastanza continui. Il calcio è così, è stato un periodo davvero importante della storia della Lazio. La rosa era abbastanza forte, non solo a centrocampo. Anche in difesa con Nesta, Mihajilovic, Pancaro e Favalli. Oppure davanti con Salas, Fabrizio Ravanelli, Simone Inzaghi, Claudio Lopez. Era un gruppo importante, ma in quel periodo c’erano tante squadre con giocatori straordinari. La competizione era davvero alta”.
E sull’attuale allenatore della Lazio, Simone Inzaghi, suo ex compagno di squadra, dice la sua: “Ricordando Simone da giocatore, è difficile immaginarlo come allenatore della Lazio. C’è stata un’evoluzione nella sua persona e nella sua professione. Questa panchina rappresenta un premio, spero possa fare carriera. Non lo conosco in questo ruolo, ma se è lì è perché lo merita”.