Ventura: "In Nazionale siamo alla vigilia di un cambio generazionale,...
Close menu
Chiudi
Logo gdm
Logo gdm
logo
Ciao! Disabilita l'adblock per poter navigare correttamente e seguire tutte le novità di Gianluca Di Marzio
logo
Chiudi

Data: 21/10/2016 -

Ventura: "In Nazionale siamo alla vigilia di un cambio generazionale, lasciatemi lavorare e vedrete"

profile picture
profile picture

Il ct azzurro Giampiero Ventura ha parlato tramite le colonne del Corriere dello Sport. Una lunga intervista che ha abbracciato moltissimi argomenti ma si è aperta con una certezza: “Niente secondo posto né spareggi: in Spagna andremo per vincere. Ma serve un’Italia unita”. Unità nello spogliatoio ma soprattutto d’intenti e la punizione di Pellè ne è un esempio: “Difficile dare una motivazione, lui era partito titolare anche contro la Francia e contro Israele, giocando 90’. Non c’erano i presupposti per quello che è successo. Che ha sconcertato e sorpreso me e anche i giocatori. La loro frase chiave per me è stata ‘Ci abbiamo messo tanto tempo per costruire questo gruppo e questo gruppo va tutelato’ (parole dette da De Rossi, ndr). Da qui la scelta di mandarlo a casa. Se tornerà in Nazionale? Credo che in questo momento gli faccia bene un periodo di riflessione su cosa significhi vestire la maglia azzurra e far parte di questo gruppo, il tempo dirà quello che sarà”. Tempo, che ogni ct deve dedicare a Balotelli, sia nel giudicarlo che nel rispondere alle domande che puntualmente vengono fatte sul suo conto: “Il problema Balotelli è che lui è più famoso per quello che fatto fuori dal campo che in campo. Lui si deve adattare ad un gruppo e poi se tutti si chiedono se sia cambiato o meno, significa che prima c’era qualcosa che non andava. Per questo la domanda deve farsela lui, mettendosi in discussione e dandosi delle risposte. Se avrà questa umiltà non troverà porte chiuse”. Quelle che ultimamente hanno trovato i vari El Sharaawy, Insigne e Berardi. Ma Ventura spiega il perché di certe scelte: “Quando il 4-2-4? Nel momento in cui non avremo più la BBC e potremo passare alla difesa a quattro e potremo sfruttare gli esterni. Allora torneranno i vari El Shaarawy, Insigne, Berardi, Verdi (se continuerà così) oltra a Bernardeschi e Sansone”.

Idee e scelte fatte nei primi 70 giorni da ct, un lavoro così diversi da ciò che ha fatto in precedenza: “Completamente diverso! – ammette Ventura - Soprattutto per il poco tempo a disposizione. Ma tutto resta stimolante, visto che è un momento particolare per l’Italia; siamo alla vigilia di un ricambio generazionale; c’è molto lavoro da fare, c’è la voglia e la possibilità di realizzare qualcosa proiettato nel futuro. A un patto». Quale? “Da solo non ce la posso fare, insieme, io dico, perché no? Se si riesce a mettere a fuoco l’obiettivo forse acceleriamo i tempi». Con l'aiuto di tutti basta che "abbia la possibilità di.... lavorare. Un esempio: le due amichevoli già fissate contro Francia e Germania, che ho ereditato. Capisco che portano soldi alla Federazione, ma oggi è molto più importante la crescita della Nazionale che non un milione in più, o uno in meno. E’ un discorso ad ampio raggio. L’importante è poter lavorare, poter fare delle amichevoli che mi diano la possibilità di fare delle verifiche, senza l’assillo del risultato".

Accelerare i tempi dopo un Europeo che ci ha consegnato una grande squadra ma forse un po’ ‘datata’: “L’Europeo ci ha lasciato una squadra che dal punto di vista del temperamento ha detto e dimostrato molto. Noi dobbiamo conquistare una qualificazione, in un girone fra i più difficili degli ultimi anni. Ma quella Italia era la squadra più vecchia dell’Europeo, la Nazionale più vecchia di sempre. Serve un ricambio ed in Italia questo è possibile solo gradualmente. Un esempio: l’idea di lanciare contro la Spagna, Romagnoli, talento tra i più importanti del nostro calcio, è stata giudicata un azzardo, una follia. Ma se il giocatore è potenzialmente importante, bisogna creare i presupposti perché, anche in caso di partita sbagliata, non venga bruciato. Quando ho lanciato Ranocchia e Bonucci a Bari, erano due ventenni, hanno esordito alla prima di campionato contro l’Inter del Triplete a San Siro: allora i commenti della vigilia furono identici. Dodici mesi dopo giocavano tutt’e due in Nazionale».

Ventura poi si sofferma a parlare dei singoli. Da Donnarumma che “senza Buffon, questo Buffon, sarebbe il numero uno della Nazionale. E’ un giocatore baciato da Dio, ha un futuro importantissimo, deve solo avere pazienza perché davanti ha il portiere migliore del Mondo”. Passando per Immobile e Darmian: “Dopo la Spagna e la Germania, oggi Immobile è tornato Immobile. C’è chi dovrà ritrovarsi, come Darmian. Lui è andato a Manchester con le conoscenze giuste. Ma ora tornerà qui perché in quel calcio conta solo ‘andare’ E Verratti che “quando c’è da costruire è il numero uno. Per capacità ed età è lui il futuro”. Poi Berardi e la spiegazione del perché trovi difficoltà nell’inserirlo nella sua Italia: “Berardi è un capitale del calcio italiano ma bisogna creare i presupposti per farlo essere protagonista anche in Nazionale. Per questo io non penso di convocarlo per la Nazionale ma per gli stage. Vorrei spiegargli come vorrei giocare e come sfruttare le sue caratteristiche un discorso che per altro non riguarda solo lui”. Età, giovani e futuro, parole ricorrenti nei discorsi di Ventura, come se per i “senatori” dell’Italia possano essere un freno per il movimento. Il ct ferma subito ogni discorso: “No che non sono un freno, lo sarebbero se non fossero disposti a mettersi a disposizione. Esempio: Barzagli è uno dei migliori giocatori d’Europa, è pazzesco, per quello che fa, per quello che rappresenta, per quello che trasmette quando si allena senza neanche dire una parola. Per questo non ci posso rinunciare mai. Però l’età passa per tutti”.

Infine Ventura parla del campionato di Serie A e di questa Juve che sembra non avere rivali: “Io dico che vincerà ma non così “drammaticamente” per le altre. La Juve, come posso dire, non ruba l’occhio, ma ha qualità assoluta, a partire da Dybala che riesce sempre a ribaltare ogni situazione. Ha fatto fatica con Palermo e Udinese però è lassù. Non so se questo potrà bastarle in Europa per arrivare in fondo alla Champions. Comunque non sarà una passeggiata, anche in Italia. La rosa più attrezzata per competere ce l’ha l’Inter, che sta pagando una situazione complicata. Poi vedo più la Roma del Napoli; perché in certi ambienti il primo anno c’è l’entusiasmo delle cose nuove, ma il secondo devi dimostrare e nascono i problemi. La Roma poi è una buona squadra e ha un allenatore che se resta sereno può trasmettere tanto”. Già, il suo pupillo Spalletti. “Diciamo che Luciano l’ho incentivato come allenatore... quante telefonate notturne mi ricordo... e a Trigoria con l’aiuto della Primavera della Roma, una volta provammo i movimenti del 4-2-4 del mio Bari. Sono sempre stato generoso coi colleghi, ne ho ospitati tanto a Torino in questi anni”.



Newsletter

Collegati alla nostra newsletter per ricevere sempre tutte le ultime novità!