Juventus o Venezia, chi farà prima il "triplete"? Domanda che Tuttosport ha fatto al direttore sportivo dei veneziani, Giorgio Perinetti, che ha parlato anche del futuro di Inzaghi e dei progetti della società veneta.
"Ci stiamo riorganizzando in vista della prima partita di Supercoppa con la Cremonese..." - dichiara Perinetti - "Triplete prima della Juventus? Ehhhla Juve è in uno stato di grazia. Lo scudetto ormai è una formalità, quanto alla Coppa Italia dovrà stare attenta alla Lazio, ma è chiaro che i bianconeri sono favoriti. Quanto alla Champions, la Juve ha dalla sua una straordinaria solidità difensiva mentre il Real è più abituato a gestire le pressioni che portano con sè sfide di questo tipo. E’ vero, però, che anche la Juve ha migliorato con l’inserimento di gente come Mandzukic e Dani Alves a cui si aggiunge la giovane sfrontatezza di Dybala".
Juventus modello per tutti: "Deve esserlo per il calcio italiano. Conte fu importante perché diede la scossa e rimise in moto gli ingranaggi della mentalità vincente, ma accanto a questo la società è stata bravissima a costruire un’azienda che cresce e che ormai è alla pari dei maggiori club europei. Basta guardare ciò che sta accadendo a Milano per capire come la Juve debba rappresentare un modello. E’ ora di smetterla con le favole di chi sostiene che siano fortunati, aiutati: sono i più bravi. A cominciare dal management fino a un presidente che è sempre presente in società e non sta chissà dove...".
Su Allegri Perinetti non ha mai avuto dubbi: "Io ascolto sempre le persone che vivono le situazioni in prima persona e ricordo che Braida, dirigente che stimo moltissimo, quando stava al Milan mi diceva sempre che Allegri era bravissimo. Alla Juve lo ha confermato gestendo il dopo Conte con intelligenza e poi mettendoci del suo. Non mi meraviglierebbe, ora, se avesse altre tentazioni". Pippo Inzaghi, l'Allegri del Venezia: "Credevo molto in lui. Sapevo quanto sia meticoloso e che avrebbe insegnato una cultura dei lavoro di gruppo imparata alla Juve e al Milan, ma anche individuale di crescita e di comportamenti. Lui, poi, è stato bravo a calarsi in fretta nella realtà di un campionato che non conosceva".
Futuro: "Stiamo programmando la nuova stagione e lo sviluppo dei settori logistici della società. Non mi meraviglierei se altri club pensassero a Inzaghi, ma penso che farebbe bene a restare ancora un anno con noi e spero vada così. Nuova Spal? Calma! Era indispensabile che tornassimo in B anche per lo sviluppo dei progetti, ma adesso dobbiamo evitare di commettere errori per troppa ambizione. Un esempio? Spal e Pisa l’anno scorso sono state promosse insieme: una sta per andare in A, l’altra è retrocessa. La B è infida".
Alla ricerca di "diamanti grezzi": "Certo che sì. In Lega Pro ma anche tra i dilettanti se ne possono trovare tanti. Ci vuole qualcuno che accetti un investimento che non è certo come quello sui giocatori già pronti. Io su di lui ho creduto tecnicamente più di altri, ma Zamparini ci ha creduto economicamente portandolo a Palermo. Dopo ci ha creduto poco? Zamparini ha una visione più sudamericana degli attaccanti. Non si è accorto delle qualità realizzativa di Belotti, abbinata alla generosità: un nuovo Graziani. Credo che Cairo speri che non glielo chiedano. Perché a quelle cifre ogni imprenditore ha l’obbligo di pensarci".
Sul Palermo: "Rimbalzano notizie confuse... Ma io ho una mia idea: a prescindere da chiunque ne sia il rappresentante ufficiale, a guidare la risalita sarà comunque Zamparini". In chiusura d'intervista Perinetti parla anche dell'Inter: "Sabatini è il più competente a livello calcistico e tecnico e, con tutto il rispetto per Ausilio, ora il management si è rafforzato. L’Inter sta costruendo una società di alto livello".