E' scoppiata la Belotti-mania. In tanti ultimamente parlano di Andrea, attribuendosi la paternità della scoperta del bomber del Torino. Ma chi fu il primo a credere nel 'gallo'? A Bergamo fu Salvioni a farlo esordire nel professionismo e Andrea ci mise poco a buttarla dentro, appena 15 minuti: era il 10 marzo del 2012. Tuttavia la vera svolta arrivò nel 2013, quando Perinetti decise di portare "Belottino" con se a Palermo:
"Aveva già fatto buone cose nell’Albinoleffe" - si legge nelle pagine di Tuttosport - "Lo seguii in occasione di due raduni della rappresentativa della C e dell’Under 20. Era un po’ grezzo, ma compresi subito le sue grandi potenzialità. Quando tornai a Palermo, non ebbi dubbi a puntare su di lui. Costruimmo uno squadrone per vincere la B. Il costo di Belotti era elevato. L’Albinoleffe chiedeva 500 mila euro per il prestito, più 2,5 milioni per il riscatto della metà. Il loro presidente, Andreoletti, era irremovibile. Zamparini aveva dei dubbi. Ma io ero sicuro che il gioco valesse la candela. Ero certo che avremmo preso un grande attaccante".
A regalarsi la grande opportunità contribuì economicamente anche il 'Gallo': "Convinsi Zamparini, ma la svolta finale la diede il giocatore stesso. Pur di venire da noi e compiere un grande salto in carriera, rinunciò a 250 mila euro di stipendio: cifra che, di conseguenza, il Palermo potè aggiungere all’offerta all’AlbinoLeffe. E così trovammo l’accordo. Quella scelta di Andrea dimostrò una volta di più quanto fosse un ragazzo sano. Veramente voglioso di emergere. Fece subito bene da noi, nonostante la grande concorrenza in attacco. Ricordo quel che mi diceva Gattuso, era lui l’allenatore: 'Io mi sono allenato con grandissimi attaccanti. In Belotti rivedo le caratteristiche di Shevchenko, che in area, da qualsiasi posizione, riusciva sempre a trovare la porta'. Aveva ragione".
Perinetti è stato decisivo anche nel passaggio al Toro: "Belotti segna di destro, di sinistro, di testa. E poi ha una generosità incredibile. Lavora per la squadra, è aggressivo e aiuta i compagni, oltre a essere un grande finalizzatore, con un fiuto raro. E’ un bomber moderno. E può ancora migliorare tanto. Se nel 2015 fossi stato ancora a Palermo, avrei detto a Zamparini: 'Resistiamo, tra un anno varrà molto di più'. Cairo e Ventura mi chiesero un’opinione, stavano valutando se comprarlo: nei parlai bene e loro recepirono al volo il messaggio'. Quanto vale oggi? Può non avere prezzo, visto che il suo valore è destinato ad aumentare di anno in anno. Cairo fa bene a tenersi stretto un campione come Belotti. Ma occhio anche a Benassi, Baselli e, soprattutto, a Barreca. Può diventare una grande rivelazione. Lo vidi in Primavera 2 anni fa. Rimasi folgorato. Il mio taccuino mentale fu subito impressionato".
In chiusura d'intervista l'esperto direttore sportivo romano parla del progetto Venezia: "Tacopina, Pippo e io abbiamo lo stesso minimo comun denominatore: la passione. E ciò spiega tutte le scelte. Se non hai motivazioni fortissime, non accetti di ripartire da dilettanti o dalla Lega Pro. Stiamo mettendo le basi per realizzare un grande progetto. Lavorare per la città più bella del mondo è un onore . Vogliamo arrivare in B: e con l’organico che abbiamo, a gioco lungo potremo fare la differenza. Ma vogliamo portare il Venezia il più in alto possibile, fino alla A, dopo un fisiologico assestamento. Inoltre il presidente sta lavorando per realizzare a Mestre un nuovo stadio polifunzionale. La nostra società è solida, ambiziosa. E non ci fermiamo con i sogni".