Si è già innamorato del Venezia e di Venezia Walter Zenga. L'ex allenatore del Crotone è ripartito quest'anno dalla squadra venete dopo l'esonero di Vecchi. Vittorie importanti e punti preziosi (11 in 6 partite) che hanno rilanciato la squadra in classifica. Alla Gazzetta dello Sport, Walter Zenga, ha parlato di questo e molto altro. Ecco le sue parole:
"A Venezia ho deciso di prendere casa in città perché così avrei potuto vivere nella città più bella del mondo. Mi piace camminare per la città e scoprire stradine nascoste. Non sto molto in casa. Presto visiterò le isole, come quando ero in Sicilia. Aspetto mia moglie, è a Dubai con i figli ma ogni tanto mi raggiunge. Ho girato tanto, mi sono sempre adattato bene: mi sento cittadino del mondo.
Da cosa dipende la svolta del mio Venezia? Qualità e valori ci sono. Il cambio di allenatore porta più responsabilità ai giocatori: bisogna cercare di esaltare i loro valori. La testa è importante, ma anche la gestione del tempo libero. Non è il riposo che rigenera, ma la qualità del riposo. La squadra doveva solo ritrovarsi e convincersi dei propri valori.
Il rapporto con Tacopina? Parliamo solo in inglese, è un uomo vero, schietto. A volte sono quasi io che devo smorzare lui, incredibile... Ha una bella visione, mi piace. Sono reduce da una retrocessione, brutta. Il Crotone, per come giocava, meritava di salvarsi e l’amarezza me la sono portata fino a settembre. Potevo restare, ma non avrei più offerto quello che avevo dato, ero scarico. Dovevo fermarmi, stare coi figli. Poi quando mia moglie mi ha chiesto se sarei rimasto ancora tanto a casa, mi sono rimesso in gioco e, quando mi ha chiamato Tacopina, ho preso l’aereo deciso a fermarmi.
Restare a Venezia per tanto tempo? Rubo un pensiero a Velasco: mi vedo a 70 anni confrontarmi con lo staff per preparare la prossima partita, non a raccontare il passato. Questo è un lavoro assurdo: se perdo tre partite che succede? Io do il meglio di me oggi, perché domani deve essere un giorno migliore. Farei i contratti a settimana, o al mese.
Nei miei viaggi da allenatore tra Usa, Romania, Emirati Arabia, Serbia e Turchia ho imparato tutto da come si affrontano le situazioni a come ci si confronta: fondamentale per un tecnico. Esperienze che mi bruciano di più per come sono finite? Samp e Wolverhampton. Ferrero ha ammesso di aver sbagliato, in Inghilterra ho sostituito Lopetegui e ho pagato i risultati, non le prestazioni.
Il mio collega che stimo di più? Pochettino, sono andato a trovarlo, molto gentile. Sono tifoso del Tottenham: col Chelsea è stato straordinario. Tottenham-Inter? Una squadra mi piace, l’altra è la mia vita. Sarà dura, ma questa è la Champions".
L'intervista completa sulla Gazzetta dello Sport in edicola oggi