Da Udine a Genova, con sosta a Sunderland: vede viola e... segna, Ricky Alvarez è di nuovo Maravilla. Un anno dopo Firenze, dopo quel primo gol maglia blucerchiata sulle spalle, il trequartista argentino è tornato a mettere la sua firma in Serie A, e lo fa ha fatto alla sua maniera, mettendo in mostra giocate e qualità che i cinque mesi inglesi lontano dai campi calcio e una concorrenza altissima nella trequarti di Giampaolo non hanno appannato. "Quello di oggi è il mio primo gol sotto alla Sud, è stata una grande emozione. - le parole del trequartista a fine gara - Quando vedo Viola segno? Mi porta fortuna". "Sono contento per Ricky, lunedì a Milano ha fatto bene, ha bisogno di fiducia e io tengo vivi tutti per la causa Samp" il Giampaolo pensiero al triplice fischio, con l'allenatore fresco di rinnovo a coccolarsi un ragazzo sul quale non ha mai smesso di credere e di puntare. "E per me è stato importante: il mister ha parlato sempre bene di me, è bravo a lavorare in settimana e a farci sentire tutti importanti, soprattutto quelli che non giocano dall’inizio, noi poi ci facciamo trovare sempre pronti per dare il nostro contributo".
Come oggi, quando Ricky si è alzato dalla panchina pronto a dare il cambio a Linetty: due minuti per entrare in partita, ed eccolo il primo gol di questa non sempre semplice stagione in blucerchiato. Ricky Maravilla ricomincia proprio da lì, da quella Fiorentina ultima squadra alla quale il numero undici aveva segnato: prima squadra colpita al ritorno in Italia, due anni e (quasi) mezzo dopo l'ultima gioia in Serie A maglia dell'Inter sulle spalle . È il tre novembre 2013, stadio Friuli di Udine, quando l’Inter di Mazzarri stende l’Udinese di Guidolin con un tre a zero chiuso dal tocco in rete di Ricky Alvarez, per quella che di fatto diventerà la sua ultima rete italiana prima dell'avventura alla Sampdoria. Il diciotto maggio del 2014 infatti sull'esperienza nel nostro campionato di Ricardo Gabriel Alvarez è pronto a calare il sipario: al Bentegodi Mazzarri lo manda in campo dall'inizio, la gara finisce 2-1 per i nerazzurri e per il trequartista è tempo dei saluti. Aeroporto di Malpensa, carta d'imbarco in mano: la destinazione sul biglietto dice Sunderland. Prestito oneroso per 1,5 milioni di euro, con diritto di riscatto fissato a 11, e obbligatorio in caso di salvezza dei Black Cats, la formula dello sbarco in Inghilterra, dove le cose però non vanno come immaginato.
Dopo l'esordio allo Stadium of Light contro il Tottenham del 13 settembre e il primo e unico gol inglese nel successo per 3-1 al Fulham in FA Cup a febbraio 2015, per Ricky il bilancio, complice l'infortunio al ginocchio a marzo, è di diciassette presenze e una sola esultanza. Obiettivo salvezza? Raggiunto, ma il Sunderland si rifiuta ugualmente di riscattare il giocatore. Il motivo? La condizione dell'attaccante, che mai al meglio (secondo il club inglese) non ha potuto incidere nel corso della stagione. La querelle finisce sul tavolo della Fifa, Ricky rimane di fatto senza squadra e torna ad allenarsi con il Vélez Sarsfield, club argentino con il quale aveva esordito (nel 2008) in Primera División.
È il 29 dicembre 2015 quando l'attaccante atterra al Cristoforo Colombo di Genova, pronto a mettersi subito a disposizione dell'allora allenatore della Samp Vincenzo Montella. Test di cinque giorni (superato) ed ecco la firma sul nuovo contratto con scadenza 2017: comincia l'attesa per un transfer che non arriva, contro il Napoli l'esordio tra gli applausi di tutto il Ferraris. Prime partite cominciate dalla panchina, poi la prima da titolare a Milano con l’Inter e un ruolo sempre più da protagonista nella Sampdoria dell'Aeroplanino. A Firenze, un anno e sei giorni fa oggi, arriva il primo (e unico fino a questo pomeriggio) gol in campionato maglia della Sampdoria sulle spalle: mira presa quasi da fermo, palla che tocca il palo e Tatarusanu che può solo guardarla entrare. Da Udine a Firenze, due anni e mezzo dopo Ricky is back, è di nuovo Maravilla. Per la gioia degli immancabili tifosi nel settore ospiti del Franchi, e di chi lo ha deciso di andarlo a prendere per riportato in Italia, quando una storia fatta più di carte che di pallone giocato lo stava trascinando nel dimenticatoio.
Pericolo scongiurato, Alvarez è tornato... per restare: è il 24 giugno scorso, infatti, quando Ricky e la Sampdoria decidono di legarsi fino al 30 giugno 2019. Contro il Cagliari in Coppa Italia il primo gol della stagione, Giampaolo (che nel frattempo in estate ha preso il posto di Montella) che lo inserisce subito nella lista dei fedelissimi. La prima panchina (per scelta tecnica) nel derby di fine ottobre, l'esplosione di Bruno Fernandes e una concorrenza sempre più alta sulla trequarti: "Ma Ricky per noi è importantissimo, voi me lo bacchettate ma mi porta sempre a casa la pagnotta". Guardare per credere, si arriva ad oggi: assist di Quagliarella, controllo e sinistro sul primo palo, a soli due minuti dall'ingresso in campo. Due a uno Samp al Ferraris, Ricky è di nuovo Maravilla: corsa liberatoria verso la panchina, abbraccio lunghissimo al massaggiatore Lo Biundo (a rappresentare tutto lo staff di massaggiatori e fisioterapisti, quello che cura i muscoli dell'argentino e col quale giorno dopo giorno è nato un feeling speciale) prima e Giampaolo (e compagni) poi braccia al cielo, per un'attesa lunga un anno... finalmente alle spalle.