“Centrata di Venancio, passaggio di Palma per il lancio lungo di Pepe verso l’area avversaria e poi io che calcio al volo in porta”, a raccontarlo, Thomas Vasileiou utilizza più tempo di quello che domenica scorsa ha impiegato in realtà per segnare la sua prima rete in Italia.
Un gol che lo ha fatto entrare subito nella storia del calcio italiano con il gol più veloce di sempre. Meglio di quello realizzato da Paolo Poggi nel 2001 in Fiorentina-Piacenza, meno di quello di Marco Branca del 1993 in Fiorentina-Udinese. Solo sei secondi, tanto pochi da non rendersi conto dell’unicità del gesto: “All’inizio non sapevo di questo record – racconta l’attaccante greco del Rieti ai microfoni di www.gianlucadimarzio.com – mi hanno avvertito dentro gli spogliatoi al termine della partita”.
Una gara dal sapore amaro per il suo Rieti vista la sconfitta finale contro il Siracusa, ma con una gioia immediata, che qualche ritardatario allo stadio Manilo Scopigno si sarà sicuramente perso: “Avrei preferito la vittoria, ma sono contento che il mio nome sia scritto nella storia”.
Il primo gol con la maglia del Rieti, da quando quest’estate aveva ampliato la colonia greca della squadra laziale. Voluto dal neo presidente Poulinakis per il ritorno nei professionisti dei reatini: “Il livello del calcio in Italia è molto alto, ha una grande tradizione e sono fiero di avere un ruolo all’interno. Non voglio paragonare il calcio italiano con quello greco. Nel mio paese ho giocato nella massima serie, mentre questo è il mio primo anno in Italia in Serie C”.
“Rieti non è stata una questione di scelta. Ho ricevuto questa offerta ed ho accettato. Ho pensato solo che fosse una grande opportunità per me giocare in Italia, un paese con una grande tradizione calcistica”, che forse mai avrebbe pensato di rinnovare con quel suo gol dopo appena 6 secondi.
“Questa è una piccola città ma bellissima. Mi piace perché è calma e tranquilla”, così diversa dalla sua Atene dove invece è cresciuto: “Non ci sono ancora tornato da quando sono qui. Ci tornerò a Natale, per ora preferisco rimanere a Rieti, sono concentrato nel migliorarmi, questo è tutto quello che voglio fare”.
Quella di Thomas è una carriera iniziata con la passione di un bambino, che da piccolo giocava nei campi di quartiere. Quei campi così instabili nel corso delle stagioni, ma palestre di vita dove crescere e forgiare il carattere: “Non ho mai pensato di poter diventare un calciatore professionista. Ho sempre giocato con tanta passione e divertendomi. Ci sono stati dei momenti in cui ho pensato di lasciare, ma le difficoltà fanno parte della vita. Quando tu ami il calcio non puoi pensare di mollarlo. L’amore per questo sport va oltre il lavoro. Anche se non fossi diventato un professionista, non avrei mai lasciato il calcio”.
“Io sono nato e cresciuto ad Atene – ci tiene a sottolineare Thomas – nel centralissimo quartiere di Ampelokipoi, tra alti palazzi e molti viali”, la sua carriera però è si è sviluppata qualche chilometro più in là all’Atromitos Atene fin dai 13 anni, con la quale ha debuttato nel massimo campionato greco.
Una squadra allenata anche da un ex “italiano”, Traianos Dellas, il difensore che giocò a Perugia e Roma: “È stato il mio primo allenatore all’Atromitos. Un top player, un allenatore e una persona eccellente, mi ha fatto crescere tanto”. Dellas che fu uno dei giocatori in grado di salire sul tetto d’Europa con la Grecia: “Sono passati molti anni da quella vittoria, quella squadra era piena di campioni. Anche la Nazionale attuale ha molti ottimi giocatori. Sarà difficile ma il mio sogno rimane giocarci un giorno, chissà”. Per farlo dovrà guidare in alto il Rieti a forza di gol. Magari con più calma. Intanto Thomas scrive il suo nome nella storia del calcio italiano. Di fretta e senza neanche rendersene conto.