Un'ultima birra al Colliery Tavern di fronte allo stadio e si parte. Che spettacolo, maglie biancorosse del Sunderland e blu del Leicester si mischiano verso lo stadio, in un clima quasi surreale. Tra i gabbiani provenienti dal fiume Wear e l'atmosfera dei quasi 50.000 spettatori dello 'Stadium of Light' in realtà un pizzico di tensione si percepisce: da una parte una salvezza a cui aggrapparsi con le unghie; dall'altra una delle favole più belle della storia del calcio.
Tensione peró spazzata via al fischio d'inizio: si comincia. Che il nostro Borini sia un idolo da queste parti non è una novità: cori su cori per l'attaccante italiano, che tenta in tutti modi la via del gol senza fortuna. I ritmi sono di un altro pianeta, ma la partita si rivela meno scontata del previsto: i 'Black Cats' rispondono colpo su colpo, fino al gol fallito clamorosamente da Rodwell sullo 0-1, che avrebbe potuto riaprire il match. Da lì in poi monologo 'Foxes': Vardy è 'on fire', corre come un indemoniato e vederlo a pochi passi sembra quasi utopia.
Ranieri acclamato dallo spicchio riservato ai tifosi del Leicester, esulta e si commuove. Sì, la favola sta diventando realtà: ad accorgersene sono anche i tifosi di casa che, al triplice fischio, non esitano nemmeno un attimo prima di dedicare un applauso corale e proveniente dal cuore ai protagonisti di questo miracolo, senza mai voltare le spalle alla propria squadra. Nel post partita poi, un saluto a Mannone, che definire gentile e disponibile sarebbe molto riduttivo: ragazzo d'oro con l'Italia nel cuore, autore di due grandi parate che tuttavia non sono bastate al Sunderland.
La delusione gli si legge sul volto, ma bisogna voltare pagina. Due battute anche con Kaboul e si riparte: appuntamento al Dun Cow, dove è sempre il momento buono per una birra, che si vinca o che si perda. "Eh dai, Beviamoci su... Ha'way the Lads!", il pensiero dei 'Black Cats', quasi a giustificarsi
Di Alberto Trovamala