Il curioso caso di Lucas Leiva. Che non è né Benjamin Button né Ibrahimovic che cita Benjamin Button ma se consideriamo che il centrocampista ha 31 anni e rende come se ne avesse 10 anni di meno, qualche pensierino (e paragone, ma non con Ibra!) è lecito farlo. A Roma, sponda Lazio, ne sono letteralmente innamorati: e qualcuno, sui social, non ci pensa un secondo a domandarsi – ironicamente – “ma Biglia... chi?”.
L’argentino è un ricordo lontano, ora, lì in mezzo, va di moda il brasiliano che però Tite ancora non chiama (e forse mai chiamerà) in Nazionale. Eppure Lucas Leiva sta facendo di tutto con la maglia della Lazio, qualsiasi sia la competizione in gioco: recupera palloni, verticalizza, detta i tempi e… segna. A Liverpool, più di qualcuno, lo rimpiange, perché il confronto in gol è quasi impietoso: 7 reti in 350 partite con i Reds, già 4 in questa sua prima stagione italiana, e con quello al Benevento sono addirittura tre consecutivi.
E da Manchester infieriscono: “È meglio di Pogba”. Quattro a tre per il vecchietto Leiva che è stato pagato appena 4 milioni. Tare lo ha definito “il miglior acquisto” da quando è ds della Lazio, ancor più di Milinkovic, Immobile e Luis Alberto, e lui, Lucas, ragazzo sempre sorridente e disponibile con tutti, vuole continuare a dimostrare che bollito non è. Anzi. Che sia uno dei migliori centrocampisti della nostra Serie A per costanza, rendimento e leadership? Possibile. E non è un pesce d’aprile.