'Tripletta' sul campo, doppio numero sulle spalle: quel 22 Milito non lo ha mai abbandonato. Mourinho chiamò "El Principe" in quell'estate del 2009 che cambiò il mondo-Inter, dicendogli che avrebbe parlato con Orlandoni (il terzo portiere, appunto) per far sì che Milito potesse continuare a vestire il 22 anche in nerazzurro, dopo i ventidue...più due, gol segnati col Genoa.
Pronti, partenza...via, verso lo scudetto, la Coppa Italia e la Champions League. Tre trofei, con quattro gol segnati proprio da Milito, solo da Milito. Il 5 maggio alla Roma l'1-0 definitivo per prendersi la Coppa Italia, poi lo scudetto, a Siena, con un altro 1-0 e il gol in campionato numero...22! Strano eh. Poi l'apoteosi, a Madrid, al Bernabeu. Era un sabato, che numero? Il 22. Due gol, due fotografie che sono entrate immediatamente nei cuori degli interisti.
Esattamente sei anni dopo, Diego Milito si ritira. Basta calcio, basta gol. A sei anni esatti dalla notte di Madrid, si vedrà Milito giocare a calcio per l'ultima volta. Nell'anniversario più dolce per lui e per tutti gli interisti. Quello della Champions League contro il Bayern Monaco, quello della notte in cui Milito è passato da "Principe" a re, ed infine leggenda, portando l'Inter sul trono d'Europa a quarantacinque anni di distanza dall'ultima volta. Con il 22 sulle spalle, gli occhi colmi di lacrime, oggi cala il sipario sulla sua carriera, fatta di gol, gioie, dolori, ma soprattutto di quel rapporto così magico con la sua migliore amica: la porta. Con il 22 nel destino.