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Data: 18/04/2016 -

Una domenica da Totti: gol e diverbio (smentito) con Spalletti, il futuro della Roma è adesso

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Totti e la Roma: una storia lunga 23 anni che sembra arrivata al capolinea. La voglia di continuare a giocare del numero 10 da un lato, i progetti in prospettiva della società dall'altro. In mezzo due personalità, Spalletti e lo stesso Totti. Si è parlato di un forte diverbio tra loro, fuori gli spogliatoi dell'Atleti Azzurri di Bergamo a gara finita, che sembrava essere sinonimo di rottura e non solo tra i due. Per questo è tornata d'attualità la parola addio. Più quello di Totti, a fine stagione, che non dell'allenatore che riguardo al presunto litigio con il giocatore ha poi negato e minimizzato così: "Smentisco nel modo più categorico che ci sia stata una lite o peggio ancora un confronto fisico con qualunque dei miei calciatori o peggio ancora mani addosso". Lunedì scorso con un assist ha evitato la sconfitta interna con il Bologna. Oggi con un gol ha evitato la sconfitta esterna contro l'Atalanta. Nelle ultime due partite Francesco Totti ha giocato in totale 57 minuti in cui ha fornito una palla gol decisiva ed ha segnato la rete numero 301 della sua carriera in giallorosso. Meno di un'ora di gioco per impedire alla Roma due sconfitte. Panchinaro eccellente ormai, in quest'annata ha collezionato 283 minuti di gioco, 10 panchine, è subentrato a gara in corso in 6 occasioni ed ha fatto parte dell'undici iniziale solo 2 volte in questa stagione. E ancora: direttamente coinvolto in 3 gol giallorossi nelle sue ultime 4 apparizioni in campo. Per un attaccante di 39 anni, numeri e prestazioni importanti che però non è detto che facciano cambiare idea alla società in merito al rinnovo del suo contratto in scadenza a giugno, sempre più difficile. Addio. Una parola che a Roma non è mai contemplata accanto a Totti. Simbolo, bandiera. Sì, perchè se a Roma viene nominato il pensiero va a parole così. Pesanti e di cui sempre si è fatto carico questo numero 10; più di un numero per uno che ha segnato oltre un ventennio di calcio in giallo e rosso. Come forse sperava di fare 23 anni fa quando esordiva con l'unica maglia che ha sempre indossato. Un ragazzino allora, per cui la Roma prima di tutto è stata una passione. Lo è ancora e sempre lo sarà. Come un treno, dei desideri, si avvia verso l'ultima fermata. E' l'età che lo dice, l'anagrafe lo impone quasi. Ma forse quest'ultimo tragitto se lo sarebbe aspettato diverso, lui e la città che gli è devota. Un po' sacro, un po' profano, di certo un legame forte. Indissolubile, tanto che nemmeno l'ultimo triplice fischio lo potrà cancellare.


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