Qual è la formula perfetta per realizzare un sogno? Far diventare la propria passione una professione. Forse. Di certo è qualcosa di molto vicino alla storia di Mario Savo.Performance analyst di professione, per passione, per vocazione. Tutto torna. E dal calcio a 5, al Latina di Mark Iuliano in Serie B fino al Manchester City di Guardiola il passo per lui può essere davvero breve.
Ma andiamo con ordine. Il performance analyst è una figura nata per rispondere alla domanda che molti club, statistiche alla mano, si sono fatti da quando è possibile parlare 'coi numeri' di una partita di calcio: si può tradurre una sequenza di dati nello schema perfetto? Può essere questa una sintesi per spiegare la nascita di una nuova (ormai non più così tanto inedita) figura professionale nello staff di una squadra: il performance analyst, appunto. Tradotto: analista di performance, tattico e statistico. Un match analyst - tattico - con competenze statistiche e di elaborazione dati.
Un'iniziativa promossa dal Manchester City permette a pochi selezionati - ottime menti del calcio e geni dei numeri - di mettersi alla prova con 5 milioni di dati (legati a rendimento e prestazioni di singoli e squadra) da sviluppare in 3 giorni. Scopo di questo concorso: fornire a Pep le giuste indicazioni tattiche. Un esercizio di 'traduzione': dal numero al campo. Un concorso dunque per trovare un esperto di dati in grado di prevedere, controllare e misurare la performance sportiva e tattica partendo da un database di numeri. Partiti in 30mila, adesso i partecipanti sono 70 tra cui un po' d'Italia, anche grazie a Mario. Per lui la passione (per il calcio) è nata prima della professione. Ma quel primo amore presto è diventato qualcosa di molto serio, tanto da poter anche essere sfogliato nel suo libro 'La match analysis nel calcio'.
Il futuro potrebbe dire Premier League, il passato dice Serie B: "L'esperienza al Latina la ricordo come molto positiva, è stato il mio esordio nel mondo del calcio perché venivo dal calcio a 5 - ha raccontato Savo ai microfoni di Gianlucadimarzio.com -. Ho lavorato con un allenatore come Iuliano che aveva la sua storia alle spalle, la sua esperienza, ed io ho iniziato da zero. Andavo a riprendere sugli spalti le partite della primavera. Sono partito dalle basi e poi da lì son cresciuto insieme al mister e allo staff. Dopo l'esonero di Breda, il mister mi ha chiesto se volevo seguirlo in prima squadra. Abbiamo proseguito tutta la stagione insieme e ci siamo salvati partendo da una situazione difficile perché eravamo penultimi quando ha preso in mano la squadra. Tra l'altro, ero anche legato a quella squadra perché mio nonno è tifoso del Latina ed essere lì era come un regalo che facevo a lui". Ragione e sentimento come una scienza non esatta che ha portato adesso Mario alla sfida più dura ed entusiasmante allo stesso tempo.
"Non me l'aspettavo - ha proseguito -. Ma dirò la mia e ci metterò tutto me stesso per arrivare fino alla fine. In ogni caso sarà una grande esperienza e cercherò di godermela tutta perché non è stato semplice arrivare tra i 70 selezionati. Andrò a Manchester con un modello creato su base tattica partendo da quella del gioco posizionale di Guardiola; ho sviluppato, insomma, un sistema di indicatori di performance legati ai suoi principi di gioco. Lì poi cercherò un genio dei numeri: uno che analizza il database cercando gli indicatori che ho individuato io". Idee chiare e i numeri giusti, mai come in questo caso sono necessari. Perché in palio c'è la possibilità di collaborare proprio con quel Pep che Mario ha ammirato e soprattutto studiato da sempre: dai tempi del Barcellona, per intenderci, perché cambierà anche i campionati ma il suo gioco è universale. Più di un modulo, una filosofia. E l'opportunità di stupire e convincere Guardiola per lui è ora più vicina che mai, distante 'solo' 5 milioni di dati. Dai numeri allo schema perfetto. Dai dati alla tattica. Un nuovo, proficuo, interessante e vincente modo di analizzare una partita e... dare i numeri, prima di arrivare all'equazione tattica perfetta. Mario Savo porta un po' d'Italia a Manchester con la speranza e la voglia che comunque l'algoritmo giusto sia quello che faccia diventare realtà il suo sogno.