Giocatore, capitano, avvocato, vice. Ora, avversario. Tanti ‘titoli’ e una storia che per andare avanti gli fa fare un passo indietro, un po’ come le onde sul lungomare di quella Napoli che certo non ha dimenticato. Oggi Fabio Pecchia è pronto ad incontrarla per la prima volta da allenatore, ma da avversario. O meglio, è pronto ad ospitare il Napoli in quella che è casa sua dall’anno scorso. Proprio lui, l’avvocato laureato in giurisprudenza alla Federico II, università di Napoli. Oggi? Sempre avvocato. Più difensore del solito forse… “Linea a quattro? Sì assolutamente”. Sipario su Verona-Napoli, ‘esordio’ in A per l’allenatore gialloblù.
Come il titolo di un film: un sabato sera con l’ex. E che ex. Quella squadra che venti anni fa gli metteva sul braccio la fascia di capitano. Quella città in cui ha finito gli studi, diventando parte di quel gruppo non così nutrito di calciatori (e poi allenatori) con l’alloro in testa. ‘Dottore’. Perché quel titolo poteva tornargli utile. Solo nel 2007 diceva: “Intraprendere la carriera di allenatore mi entusiasma, ma se dovesse andare male poi magari esercito”. Da commerciale e diritto romano a sistemi di gioco e campo, un’attrazione che ha poi riportato Pecchia a Napoli come vice di Benitez. Un incontro come svolta nella carriera. E addio ai tribunali (o anche solo all’idea), per davvero. Braccio destro in una parentesi in cui ha messo in bacheca una Coppa Italia e una Supercoppa. Insieme anche al Real, nell’ingaggio e nell’esonero. Manco fosse una formula da matrimonio. Insieme in seguito al Newcastle ma fino al giugno 2016, quando si spezza il cordone e toglie quel suffisso (‘vice’) che l’ha tenuto sempre un passo indietro (tranne nelle esperienze a Latina e Gubbio). Altri tempi.
Pecchia ha festeggiato al termine della scorsa stagione, proprio come ‘il maestro’ Benitez che ha conquistato la Premier con il Newcastle. Un finale che per tutti e due ha fatto rima con ‘promozione’; un filo che in qualche modo ha continuato a legarli, anche a distanza di chilometri. Lui, Benitez, poi Napoli e il Napoli. Ricordi di un Rafa “quasi dimenticato perché Sarri ha raggiunto grandi risultati e pratica un calcio spettacolare”. Anche se “otto giocatori di questo Napoli sono stati voluti da lui e da quei dirigenti, c’è qualcosa di Benitez in questo Napoli”. C’è qualcosa di quell’esperienza in Pecchia. Anzi, dentro di lui c’è sempre Napoli e quel ‘suo’ Napoli che rivede in quello attuale, e forse non potrebbe essere altrimenti. Come quell’ex che non hai dimenticato e che incontri di nuovo dopo anni. Quando? In un sabato sera d’estate.