Di mestiere fa il direttore sportivo ma Ramón Rodríguez Verdejo è soprattutto un ideologo. Pensa, studia, analizza tutto, anche il pelo nell’uovo perché ritiene la cura del dettaglio fondamentale. E alla fine elabora una soluzione, spesso vincente. Tra i banchi di scuola era uno dei migliori e non lasciava mai nulla al caso, all’Università ha frequentato Diritto ma si definisce ‘un politico frustrato’ perché dalle sue parti il corso di Scienze Politiche non esisteva. “Era quella la mia vera passione”. E alla domanda “Trump o Clinton?” lui non si fa certo trovare impreparato: “Speravo Hillary”. Ramón Rodríguez Verdejo è una persona che si emoziona e non prova vergogna nel confessare che “piango molto”. Sportivamente è uno il momento che lo ha segnato: la morte di Antonio José Puerta Pérez, nell’agosto del 2007. Anche se “ho pianto pure per la cessione di Sergio Ramos al Real Madrid”. Quelle lacrime diverse, d’impotenza.
Va pazzo per il carnevale, tant’è che ha persino partecipato e recitato a un concorso al Gran Teatro Falla; la prima domanda che fa quando prenota una stanza d'hotel è “ma avete la palestra vero?!”. Salutista. Ramon, che per un pelo non è l’anagramma di Roma. Ma che giallorosso lo sarà da giugno, al 100%. Ramón Rodríguez Verdejo, per tutti Monchi. Il ‘Re Mida’ di Siviglia che ha comprato più di 200 giocatori in 16 anni ma mai preso un calciatore inglese: "La competizione sul mercato coi club di Premier è impossibile". Stregone delle plusvalenze, il suo massimo l'ha raggiunto con Dani Alves: preso a 500mila euro, venduto a 40 milioni bonus compresi. Ma c'è anche Julio Baptista, pagato 2 milioni e ceduto per 25 all'Arsenal. Ha scovato Kondogbia al Lens, preso a 3 milioni col club sull'orlo del fallimento e rivenduto a peso d'oro al Monaco, 20 milioni di clausola. Sì, quel Kondogbia.
E ancora Rakitic (preso a 2,5 milioni, venduto a 18), Bacca (scovato a 7 milioni in Belgio, venduto a 30 al Milan), Seydou Keita, Federico Fazio (oggi alla Roma, costato 10 milioni al Tottenham), Medel (preso a 3 milioni, ceduto a 13) e chi più ne ha più ne metta. Per un totale di quasi 300 milioni di plusvalenze generate. Le ultime, nella scorsa estate: Krychowiak, pagato 5 milioni, rivenduto a ben 33 al Paris Saint Germain. E Gameiro, ceduto all'Atlético Madrid per 32 milioni di euro quando ne era costati solo 7,5. Il colpo che più gli è rimasto a cuore però è “Poulsen!”. “Era uno che sarebbe dovuto andare al Milan, nel Milan dei grandi, di Ancelotti. E scelse Siviglia”. Il rimpianto si chiama Van Persie. “Era in pugno. L’Arsenal me l’ha soffiato da sotto il naso”.
Se dovessimo spiegare il direttore sportivo Monchi in tre chiavi, ecco. Il rapporto con l’allenatore. “Bisogna coordinarsi alla perfezione con quelli che sono i suoi gusti”. Ah, Bielsa e Unai Emery sono i suoi 'profili perfetti'. Le motivazioni di chi poi scenderà in campo. “Jovetic, Deulofeu, Nasri e Banega arrivavano da grandi fallimenti. Avevano bisogno di fiducia!”. Il metodo. A Roma impareranno a conoscerlo presto: sono più di 700 i suoi collaboratori, tutti con una lista precisa e aggiornatissima con cui categorizzare il valore dei giocatori. E vi sveliamo come: livello A da prendere subito, B molto interessante, C da seguire. Sembra un gioco da tavolo e invece è l'algoritmo perfetto che ha fatto grande il suo amato Sevilla.
Lavora sotto traccia, con i giornalisti non parla, chiuso e geloso delle sue idee. Idee che hanno fatto gioire Siviglia. Che hanno stregato big come Manchester e Real Madrid, sulle sue tracce fino a qualche mese fa. Dicono. Ma Monchi sarà il futuro ds della Roma, perché lui uomo di parola, ds che ha dimostrato di vincere con la forza delle sue idee.