Caldo o freddo, freddo o caldo. Boh. Bizzarrie del clima. Roma è un terno a lotto, "nun sai mai come vestitte”. Poi il parcheggio capirai, che “te lo dico a fa”. Miraggio. Figurati a Testaccio, feudo giallorosso e “core” di Ranieri. Stradine strette strette, nessuno anfratto dove infilare la macchina. Con la Smart, però, c’è qualche chance e si va di lusso. Posticino niente male, Roma Club Testaccio a portata di navigatore. Via? Giovanni Branca, civico 32. "Daje va". Prima tappa nella “ranierità” che ora infiamma il mondo intero. Tutto iniziò da qui, da questi vicoletti che un tempo ospitavano l'Emporio.
Il “Sor Mario” aveva una macelleria ma Claudione “non ce stava mai”. Er fettina? Meglio “er pecione” da San Saba, perché tirava “dritto per dritto” e “cojeva poco la porta”. Oggi, però, Re d’Inghilterra e Imperatore di Leicester, favola d’Albione inaspettata. Tutto iniziò da Testaccio però, tra le gite a Villa Borghese “quando saltava scuola” e l’oratorio di San Saba con gli amici di una vita. Sia lodato Don Perucca, il parroco che “alzava il camice e tirava certi calci nel sedere” per far rigare tutti dritto. Anche Claudio, che di marachelle ne combinava tante e certi “aneddoti non si possono raccontare”. Al Roma Club se lo ricordano un po’ tutti, come se fosse ieri. E oggi c'è uno striscione tanto grande quanto la stima verso di lui: "Campione d'Inghilterra, grande Claudio core testaccino".
Tutti emozionati. Sergione il titolare, i passanti, gli amici. Entusiasti di fronte ai cronisti, tra i giornali nostrani e la BBC che "impazzisce nel vedere le foto". Pareti tappezzate e vecchie interviste nell’album “dei ricordi”. C’è tutto, veramente tutto. Stagione per stagione, dal primo scudetto alla Roma americana. Revival d’annata. Perfino il Vino di Spalletti, "roba che c'hanno solo loro". Vecchie foto di un Ranieri ancora giovane, sciarpe e magliette sul tottismo militante. Altra storia, tempi odierni. Quelli di Claudio, invece, sono un po’ lontani ma i ricordi sono lucidi. Vicino alla cazza c’è una sua foto ai tempi della Roma, da allenatore. Quello che “subì una serie di critiche ma ora se la gode”. Quasi fosse un santino, appesa lì. Sul muro e in bella vista, per "averla sempre a portata di mano".
I suoi “compari “sanno tutto" e di più: la casa a via Giotto, l’oratorio, gli scherzi, gli sfottò, la piazzetta dove tirava i primi calci, la macelleria. Ora al suo posto c’è una pescheria. Di fronte, poi, la grande piazza dove un tempo si trovava il mercato. Oggi panchine e ragazzi che giocano a calcio, sognando in grande come faceva Claudione. Il quale, ai tempi, faceva finta di andare dal papà per poi filare via agli allenamenti. Son passati 40 anni e il ricordo è ancora vivo. Lo sarà per sempre, forse anche di più dopo la vittoria della Premier.
Freddo, caldo, il clima è bizzarro come prima. Si riparte. Verso casa, alle spalle le origini di Ranieri. Quella Testaccio dove era solo il Pecione. Simpatico, divertente e genuino. Un "principino" ancora ignaro che un giorno, a 64 anni, sarebbe diventato Imperatore. Sir Claudio. Con bombetta e bastone pronto a prendersi la Storia.