Un ‘ginocchio di Dio’ a Viterbo. ‘Uomo della provvidenza’? ‘Uomo-gol’? “No, meglio ‘papà-gol’”, e sorride. “Me l’ha ripetuto per tutta la sera mia figlia che ha due anni, era così emozionata. Quel giorno era allo stadio, subito dietro la rete insieme a mia moglie, e sono andato lì ad esultare. E’ venuta anche tutta la squadra. Poi però si è messa a piangere”. Emilio Dierna, di professione difensore centrale, non fa tantissimi gol. Ma quando li fa sono pesanti, proprio come questo dell’1-0 contro la Lupa Roma poche settimane fa. “Stavamo soffrendo, è stata una rete importante. Non faccio così tanti gol ma quando capita li dedico a chi mi sta vicino”, ha raccontato Dierna a gianlucadimarzio.com. “Per questo la bimba quella sera continuava a ripetere ‘papà-gol, papà-gol’”. E di sicuro le avrà dedicato anche quello - sempre decisivo - della scorsa stagione. Quello della promozione dalla D alla Lega Pro: “Giocavamo in casa dell’Astrea già retrocessa, doveva essere come una ‘passerella’ invece la partita si è complicata e alla fine eravamo sul 2-2. Poi fortunatamente ho trovato il gol al 90’ ed è stata una bella soddisfazione. La squadra meritava di vincere io ho solo messo la mia firma alla fine”. Non è modestia, più il carattere di un giocatore ‘quadrato’ perché “non mi emoziono mai più di tanto”.
Gela. “Da giovanissimo andavo in curva, sempre. Vedere il Gela in C2 per me era come guardare la Serie A. L’ambiente della curva mi ha avvicinato al calcio, vedere quella passione verso chi scendeva in campo. E poi sono riuscito a fare quello che mi piaceva”. Un anno in B, col Grosseto, ma è col Poggibonsi che è maturato come professionista, tra il 2011 e il 2013 quando in due stagioni ha indossato la fascia di capitano e segnato anche 9 gol. Alla Viterbese è dal 2015 e Dierna di una cosa è sicuro: “La proprietà è molto ambiziosa. Il presidente Camilli? Magari ce ne fossero come lui. Capisce di calcio, ti sprona a far meglio. E’ un presidente particolare, trasmette la sua voglia e passione anche alla squadra e poi… prevede il futuro”. Niente magia però, lungimiranza piuttosto. Come in occasione del cambio di panchina: “In pochi avrebbero cambiato allenatore dopo una vittoria. Ora è tornato Cornacchini, ha portato il suo entusiasmo e la sua serenità, ma anche Pagliari prima ci aveva dato una mano”.
“Maldini e poi Barzagli, per caratteristiche e serietà. Due esempi, onore a loro”. Ma non solo. Perché Dierna, si definisce “un malato di calcio. Mi piace studiarlo, guardare tutte le partite fino alla Serie D e all’Eccellenza. Il mio sogno infatti è poter diventare direttore sportivo un giorno”. E allora poi l’esempio da seguire non sarà più uno ‘di campo’ ma uno dirigenziale: “Giuntoli. E’ partito dal basso e secondo me ora è un ds top in Italia. Vorrei diventare come lui un giorno se avrò la costanza e la bravura di crescere in questo campo”.
la Viterbese è in zona playoff. E uno sguardo in alto non lo nega nessuno: “Abbiamo buone potenzialità, possiamo fare ancora meglio, ma guardiamo solo avanti. Non c’è mai tempo di parlare della ‘domenica scorsa’ perché diventa subito il passato remoto qui”. Dierna parla di uno spogliatoio sano, sereno. E di un rapporto positivo tra i compagni, condito anche da qualche cena di squadra ogni tanto: “Ma vado molto d’accordo con i portieri Iannarilli o Pini e, anzi, non capisco come siano ancora in questa categoria”. Sarà la vicinanza in campo, ma con i numeri uno ha un feeling speciale: “I portieri sono particolari, hanno un carattere diverso. Negli anni ho sempre legato moltissimo con i portieri. Non so perché ma è così”. L’amicizia con chi indossa i guantoni e un matrimonio con la Viterbese che può proseguire ancora, nonostante il suo contratto scada a giugno (“Ma per metterci d’accordo col presidente basta una stretta di mano, con lui ho un rapporto vero, diretto”). L’altro suo matrimonio, quello con la sua dolce metà, invece finì addirittura in televisione.
Digitare su Google ‘Emilio Dierna’, infatti, significa inevitabilmente imbattersi anche nella parola ‘matrimonio’: “E’ stata una cosa carina, è stato trasmesso dalla trasmissione ‘4 matrimoni Italia’ su Fox Life. Ci si sposa una volta nella vita e questo è un bel ricordo di quei momenti”. Un amore indelebile, che gli si può leggere anche sulla pelle, in un tatuaggio che dice molto: “Il regalo più grande che un padre può fare ai propri figli è amare la loro madre”. Come un altro gol, per i suoi affetti più cari. Come i tatuaggi, pochi ma importanti.