Il gol è da sempre la cura a tutti i mali nel calcio. Un gesto, frutto di impegno e determinazione, a scacciare mesi (o a volte perfino anni) di incertezze e dubbi. Il gol come trampolino per rilanciarsi. Questo deve aver pensato ieri Emanuele Giaccherini, dopo aver siglato la prima rete personale con la maglia del Chievo.
Stadio Bentegodi. L'anticipo delle 18 del sabato ha in programma un equilibrato Chievo-Cagliari. I veneti, reduci da 4 sconfitte consecutive, ospitano i sardi, in serie positiva da 3 partite. Ne esce una partita a tratti vibrante, con i due portieri chiamati a fare gli straordinari. Menzione speciale per l'estremo difensore Cragno, decisivo in almeno un paio di occasioni. Match gradevole, che sembra destinato ad avviarsi verso un mesto 0-0. Tutto però cambia in un lampo, quando al minuto 70 Maran decide di effettuare un cambio: fuori uno spento Walter Birsa, dentro Giaccherini. Ed è la svolta.
Giaccherinho ci mette solamente 4' ad entrare nella storia della partita. Il tempo di ritrovarsi a battere una punizione dal limite che si è lui stesso guadagnato pochi istanti prima. Un'occasione per scacciare mesi di incertezze. Quelle lasciate a Napoli, dove in un anno e mezzo ha giocato appena 24 partite. Quelle portate al Chievo, con cui nelle prime due uscite non ha lasciato il segno come avrebbe voluto. Quelle che inevitabilmente si porta dietro un giocatore classe 1985 e che il prossimo 31 maggio spegnerà 33 candeline. Un attimo in cui tutti questi pensieri spariscono. Poi il fischio dell'arbitro, ed un gesto naturale quanto liberatorio: destro a giro ad insaccarsi sotto la traversa. Ed una esultanza semplice ma dal grande valore.
Un gol che arriva a oltre un anno di distanza dall'ultimo realizzato al Genoa, il 10 febbraio 2017. Fu anche l'ultimo con la maglia del Napoli. Dell'esperienza in azzurro Giaccherini non può certo avere un bel ricordo. Soprattutto se guardiamo a questa stagione. Nell'anno in cui il Napoli vuole giocarsi lo scudetto, l'ex fedelissimo di Conte in Nazionale si trova vittima di una filosofia in cui i titolari sono pochi e i sostituti sono pochissimi. Solamente 61' in 6 mesi in campionato, che quasi raddoppiano se ci aggiungiamo l'ora scarsa di gioco disputata contro l'Udinese in Coppa Italia. Troppo poco per il Giak, che però non si è perso d'animo. Ha continuato ad allenarsi, con la professionalità che non gli è mai mancata, in attesa della telefonata giusta. Quella che è arrivata da Verona, sponda Chievo, dove è approdato con la formula del prestito oneroso..
Quella di ieri è stata semplicemente la sua serata. Una pennellata per aprire le marcature, passaggio smarcante per la rete del 2-0 realizzata da inglese, altro gol d'autore di un giocatore destinato a Napoli ma a Giugno. Nemmeno la prodezza di un altro esule partenopeo come Pavoletti può rovinargli la festa. Il Chievo ritrova il successo che gli mancava dal 25 novembre. Ma soprattutto, la Serie A ritrova Emanuele Giaccherini.
a cura di Federico Rana