“E’ rimasto nel mio cuore, è un ragazzo straordinario, un giocatore che ha fatto cose pazzesche. La sua carriera parla per lui, la semplicità con cui viene a parlarti è la cosa che mi stupisce di più. Perché è l’uomo che viene prima del calciatore. E lui è stato un uomo e un giocatore straordinario”. Gigi Apolloni ha un ricordo fantastico di Juan Sebastian Veron, uno che ha vinto facendo vedere cosa significa giocare a calcio. "Fosse per me glieli farei fare dieci minuti - dice l'allenatore uscendo dalla sala stampa a fine conferenza. Classe, intelligenza e forza, tecnica e visione di gioco. Insomma, un mix esplosivo di qualità che hanno fatto di lui un giocatore modello all’Inter, alla Lazio, al Manchester United, alla Samp e al Parma appunto, prima di andare a dare tutto quello che aveva nella squadra del suo paese, La Plata, dove adesso fa il presidente dell'Estudiantes. “Però chiamatemi Sebastian. Presidente non mi piace". Anche perché sembra giochi ancora a calcio: "Mah, sono in giro per l'Italia, dobbiamo disputare la partita della la pace il 12 ottobre a Roma. Mi fa sempre piacere tornare nei posti dove sono stato".
Domenica a Parma, dal suo amico Apolloni, sabato a Milano, dall’altro grande amico, Javier Zanetti. L’ultimo rimasto nell’orbita Inter rispetto a quando giocava lui. Con i nerazzurri ha collezionato 49 presenze in due stagioni, segnando anche 3 gol in campionato, uno memorabile alla Juventus in Supercoppa Italiana. “Seguo molto anche l’Inter – dice la Brujita - costruita con il lavoro della famiglia Moratti, che ha dato una grande impronta alla squadra. Ma purtroppo i cambiamenti nel calcio ci sono e Moratti ora non c’è più. A parte la Juventus, nel vostro calcio tutto è cambiato. Ad esempio il Milan, finito in mani straniere. Da un giorno all’altro però non si fa la squadra, l’Inter ha bisogno di tempo, è un po’ da sistemare ma so che tornerà grande”. E la Lazio? “Simone Inzaghi sta facendo abbastanza bene, se tu senti i tifosi loro ti dicono che la squadra è stata costruita per stare a metà classifica. Senti sempre queste polemiche sulla società che la gestisce alla sua maniera. Ma intanto sta avendo dei risultati importanti”. Chiusura dedicata al calcio italiano, che ha subito dei cambiamenti, ha perso il fascino rispetto a quando giocava Veron, ma è rimasto sempre un punto di riferimento. “Sono cambiate le società, il calcio in sé, e in Italia siete rimasti in pianura. E’ rimasto piatto, in Argentina diciamo che è come la meseta. Adesso il calcio deve ritrovare se stesso, il fascino c’è ma è rimasto indietro rispetto agli altri campionati. In Argentina si lavora molto sui vivai e i giovani crescono bene, ad esempio, qui no”.
Di Guglielmo Trupo