Chi l'avrebbe mai detto. Che avrebbe esordito in Nazionale dopo una manciata di partite in Bundes, che sarebbe stato convocato per i Mondiali in Russia. Che alla fine le avrebbe giocate tutte e che, in quel magico 15 luglio, avrebbe vinto la Coppa del Mondo con la maglia della nazionale francese. La storia di Benjamin Pavard è quella di un sognatore che, ancora oggi, difficilmente starà riuscendo a realizzare cosa gli è successo. Poco più di un anno fa, alla prima stagione in Germania con lo Stoccarda, conquistava la promozione in Bundesliga, la massima divisione tedesca. Ieri, alzava al cielo la Coppa del Mondo.
E pensare che in questa Francia Benjamin Pavard non ci sarebbe nemmeno dovuto essere. Ne era sicuro: non l’avrebbero mai convocato. Si era messo il cuore in pace approfittando dell’estate per migliorare il proprio tedesco, fino a quando in un giorno di inizio maggio, proprio al termine del corso di tedesco, accendendo il cellulare si è ritrovato la chat di Whatsapp sommersa di messaggi. Un centinaio, circa. Uno in particolare diceva: “Vai al Mondiale”. A dir poco inaspettato. Deschamps aveva bisogno di qualcuno che rimpiazzasse l'infortunato Sidibè, terzino destro, e ha scelto lui. Che in Germania, a dire il vero, di mestiere faceva il centrale difensivo.L'ultimo a vivere questo "cambio" di ruolo tra club e nazionale francese, prima di lui, fu un certo Lilian Thuram, durante Francia 1998. Come andò a finire lo sappiamo tutti: anche quella volta, la Francia alzò la Coppa del Mondo. Doppietta per l'ex Parma e Juventus in semifinale contro la Croazia, 2-2 decisivo contro l'Argentina firmato da Pavard nei quarti di finale di quest'anno. Poi segnò Mbappè, la rimonta fu completata e la Francia è andata avanti. Poi avanti ancora e ancora, fino ad alzare al cielo la Coppa del Mondo.
"Il mio futuro? Non so se resterò in Germania, vorrei giocare la Champions - ha annunciato Pavard qualche settimana fa -. Finiti i Mondiali, valuteremo le proposte insieme al mio agente". Il torneo in Russia è adesso giunto al capolinea ma difficilmente Benjamin già oggi sarà in grado di prendere una decisione. Al mattino, probabilmente, ancora si sveglia pensando di dover andare al corso di tedesco. Da oggi, però, con una medaglia al collo e il cassetto del comodino aperto: i sogni di Benjamin, lì dentro, non ci stanno più...