Inter e Milan, la svolta "cinese" al momento non si è vista. Tanti i progetti e, sponda nerazzurre, i soldi spesi, ma le due milanesi sono lontane dal podio della serie A, anche quest'anno occupato da Napoli, Roma e Juventus. Renzo Ulivieri prova a trovare delle motivazioni:
"Inter e Milan stanno attraversando un momento delicato e caratterizzato da difficoltà non economiche, ma soprattutto gestionali" - si legge nelle pagine de La Gazzetta dello Sport - "Siamo di fronte a due società con un grande passato che faticano ad accettare di non essere più leader. Per questo alle prime difficoltà preferiscono buttare a monte un progetto piuttosto che avere pazienza e credere nelle scelte fatte. Ricominciare sempre da zero è complicato perché una squadra mette continuamente in dubbio le certezze che ha trovato, deve adattarsi a un nuovo sistema di gioco e inevitabilmente ci vuole tempo. Parlo in generale, non di Inter e Milan: nel mondo del pallone ci vorrebbe un po’ più di riflessione quando si decidono le rivoluzioni".
Le milanesi hanno poco "appeal"? "L’allenatore ha dentro di sé uno spirito pionieristico e quando viene chiamato in una società, sa benissimo che c’è una situazione da raddrizzare e che la cosa può andare anche male. Se non avesse dentro di sé un tale spirito, non potrebbe svolgere questa professione. Secondo me Inter e Milan rimangono due top club e San Siro è un teatro fantastico, uno stadio capace di affascinare chiunque. Vincenzo ha un’idea chiara di gioco e anche quest’anno a tratti ha mostrato il calcio che lo aveva caratterizzato durante l’esperienza alla Fiorentina. Fa parte di quella categoria di allenatori che vogliono arrivare al risultato attraverso il bel gioco".
Inter fuori dall'Europa, dopo aver cambiato 4 allenatori: "Una situazione del genere a giugno era impensabile, ma il discorso in questo caso è strutturale: il club ha cambiato proprietà e c’è una squadra da rimettere in piedi. L’allenatore da solo non ce la può fare. Pioli? Quando sono andato ad Appiano Gentile l’avevo visto lavorare bene e con entusiasmo. Quello era il momento... della resurrezione dell’Inter. Il suo esonero è stato una sorpresa". Futuro delle milanesi: "Quando ci sono cambiamenti di proprietà è inevitabile che ci sia un periodo di transizione. All’Inter dopo l’addio di Moratti sta capitando e non sempre la colpa è di chi si siede o ha seduto in panchina. Non lo dico da presidente degli allenatori, ma da appassionato di calcio. Poi però è chiaro che io sono sempre dalla parte dei tecnici...".