Il primo segnale sulla grandezza della città e sulla distanza tra le sue principali attrazioni è inequivocabile, fornito direttamente dalla reception di uno dei principali hotel di Razgrad: "Centro ad un minuto di distanza dal vostro hotel, stadio a poco più di 5 minuti". E da inguaribili calciofili, con l'ulteriore dovere di seguire l'incombente conferenza stampa di Rino Gattuso, la scelta è presto fatta: una nevicata sempre più fitta a rendere complicato ogni tour, destinata a concludersi tuttavia di lì a poco, regala meteorologicamente l'assist più semplice da spingere in porta, illuminato dall'unica luce capace di schiarire un cielo fattosi via via, da grigio, sempre più buio.
Quattro riflettori altissimi collocati in ognuno dei quattro angoli, la chiara predominanza del verde ed una struttura non certamente all'apice dell'avanguardia, ma dotata del necessario per ospitare (almeno per un piccolo club bulgaro in costante ascesa dal 2011) una delle gare più importanti della storia del Ludogorets, quella valida per l'andata dei sedicesimi di finale in programma contro il Milan. Si apre dietro un cancello parallelo al settore riservato alla frangia più calda del tifo biancoverde, con l'intera struttura circondata da una serie di piccoli pini volti a ricordare, la "Ludogorets Arena", teatro del primo confronto di sempre tra la squadra di Dimitrov e Gattuso: come ribadito in precedenza, a saltare subito all'occhio è l'enorme tinta verde scelta per ogni seggiolino dello stadio, capace di lasciare solo qualche seduta al bianco per la composizione del nome del club (affiancata da bandierine per la coreografia organizzata per domani) e dell'anno (1945) di fondazione. Colore non casuale, vista l'appartenenza della città (e di conseguenza della squadra) ad una regione che in Ludogorio (tradotto dal bulgaro, "area di fitte foreste") fa dello strapotere territoriale della natura la propria forza.
12.500 posti a sedere, settore ospiti adibito a sorta di gabbia (quella già conosciuta da alcuni tifosi rossoneri a Rijeka, al Rujevica Stadion) pur spostato nei dintorni della bandierina, con il settore dietro la porta posizionata sulla sinistra ancora in piena costruzione, e tribuna stampa caratterizzata da sedili imbottiti con il vecchio logo del club (sostituito ora da un'aquila) a griffare ogni postazione. Scalinata che porta le squadre al campo percorribile in pochissimi scalini, terreno in apparenti, ottime condizioni e una pecca, forse, su tutte: una sala stampa momentaneamente rappresentata da un vero e proprio tendone bianco in cui seguire le conferenze stampa pre e post partita. Piccola macchia organizzativa per una società che, con gli anni, ha saputo inanellare una serie di successi capace di portarla ai vertici del calcio bulgaro, con il desiderio futuro di costruire un nuovo e più ampio impianto per sognare, ancora, in grande. Un po' come in una settimana che, tra domani e giovedì prossimo, vedrà il Ludogorets giocarsi le chances di qualificazione agli ottavi contro il Milan: sfida nemmeno lontanamente immaginata solo 10 anni fa che ora, con la gestione Domuschiev ed i 6 campionati bulgari consecutivi vinti, figura semplicemente come bella realtà. Da vivere intensamente, domani, con la spinta della "Ludogorets Arena".