Dieci punti nelle ultime quattro partite con l'obiettivo di figurare nella colonna sinistra della classifica. L'Udinese si gode l'ottimo momento di forma, in attesa di giocare il turno pasquale al San Paolo contro il Napoli. Una squadra gestita alla grande da Luigi Delneri, friulano doc, che ha raccontato la sua Udinese ai microfono di Tuttosport: "Per me, abbracciare la causa bianconera, è stata una scelta fantastica. Lavorare a casa mia mi ha fatto bene. Sono il 6° allenatore friulano dell'Udinese in 120 anni di storia, mica male eh... Quando arrivai, a ottobre, c'era chi pensava - non io - che un inizio a Torino contro la Juventus sarebbe stato deleterio per tutti noi. E invece disputammo una partita di grande spessore pur perdendo per 2-1. E credo che proprio in quella sconfitta trovammo le nostre certezze". Un Del Neri che ha puntato proprio sulle sue origini per rivitalizzare la squadra: "La prima cosa che ho insegnato loro è il senso d'appartenenza. Nei miei discorsi iniziali non c'erano questioni tecniche o tattiche ma, appunto, i concetti base che caratterizzano il "popolo" che rappresentiamo: quello friulano. Lavoro, applicazione, dedizione e cercare di dare sempre il massimo. Ecco la base di partenza per svolgere un lavoro produttivo". Uno dei talenti più belli di questa Udinese è senz'altro Jakub Jankto: "Ottimo giocatore, di qualità. Ma deve ancora migliorare, ha tutto il tempo per farlo. Così come Fofana. Se li terremo? Deciderà la società. D'altronde l'Udinese deve individuare e favorire la maturazione di giovani dotati, lanciarli e poi lasciarli partite per squadre che puntano ai massimi livelli". E la banda bianconera - tra giovani speranze e belle certezze - ha raggiunto un'ottima classifica: "Penso che sia perfetta, almeno quest'anno. Ma nel calcio non bisogna accontentarsi mai. L'Udinese poggia su una struttura complessiva con ampi margini di crescita e deve lavorare per proporre al proprio pubblico un calcio accattivante. La mia idea sarebbe quella di adottare una mentalità offensiva cercando di difendere con il possesso di palla". E intanto sabato c'è il Napoli: "La squadra che gioca meglio in Italia ma che è ancora un pochino al di sotto della Juve". Un campionato il cui format è in discussione da diverso tempo: "Cambiare il format? La vedo dura. E comunque credo che non si debba togliere la possibilità a una piccola squadra di battere una grande. Diminuendo il numero delle partecipanti si impedirebbe a realtà interessanti di emergere. Per esempio, il mio Chievo visse una favola incredibile". Intanto al comando c'è sempre la Juventus, che Del Neri ha allenato diverse stagioni fa: "Anche i bianconeri allora erano in un momento di ricostruzione. A gennaio eravamo terzi in classifica poi ci furono parecchi infortuni e arrivammo settimi. Nonostante certe insinuazioni ho mantenuto ottimi rapporti con la dirigenza bianconera e, nonostante le difficoltà, per me quella fu un'esperienza comunque importante". E sulla missione Champions: "Rispetto a due anni fa i bianconeri sono più solidi e consapevoli della propria forza. E ci sono giocatori come Higuain e Dybala che fanno la differenza. Magari avessi potuti averli io... In Italia per ora la Juventus è imbattibile, per struttura fisica, per mentalità. Loro quando vincono non si adagiano mai, anzi, aumenta la loro fame. E ‘ questo che noi tutti dobbiamo imparare da loro. Ho fiducia nella Juve anche perché ha saputo cambiare il proprio pensiero offensivo senza perdere la solidità difensiva. Il Barca è una brutta bestia, ne sa qualcosa il Psg ma, ripeto, questa Juve mi sembra un'altra rispetto alla finale di due anni fa". In Chiusura Delneri riserva una battuta su Cassano: "Antonio è l'ultimo prodotto di grande qualità del calcio italiano. Spero trovi la situazione giusta per tornare: con gli stimoli giusti può ancora regalarci qualcosa".
Data: 13/04/2017 -