Si racconta nelle favole che una scarpetta di cristallo si perse durante un fastoso ricevimento. Niente smartphone per immortalarla, né social network per postare un annuncio. Quella scarpa, di ben altro materiale però, è l’ossessione non così poi tanto remota di chi per professione ha licenza di far gol. Tanti. A volte troppi. In prima fila per indossarla c’è uno spilungone di 1.84 cm che corrisponde al nome di Edinson Cavani.
Venticinque sorrisi in Ligue 1 a cui se ne aggiungono altri sei in Champions League. Una scorpacciata di ‘risate’ che lo lanciano senza appello in testa alla classifica della ‘Scarpa d’Oro’. 37,5 il punteggio, conseguenza di una particolare moltiplicazione che coinvolge nel prodotto anche il coefficiente previsto per la Ligue 1, un 1,5 più basso rispetto al 2 degli altri maggiori campionati europei. Dzeko, Aubameyang, Higuain, Suarez e Messi tutti dietro, all’ombra di un goleador che finalmente ha superato tutti i propri paradossi ‘parigini’.
Quali? Uno su tutti lo scarso feeling con il gol. Un po’ strano per uno abituato a buttarla dentro con regolarità disarmante. Un picco di 19 reti nella stagione passata (di cui sette arrivate già col titolo in tasca), preceduto dai 16 della prima annata e dai 18 della seconda. Un paradosso, appunto, per un Cavani reduce dai 104 gol dei tre campionati napoletani. A risolvere il problema ci ha pensato… Mourinho, prendendosi Ibra e rispolverando il vecchio caro Matad(Or). Gol a grappoli, come se piovesse. Venticinque in campionato e sei in Champions, ricordate? Il tutto in trenta partite. Merito di Unai Emery, riuscito a riportare la ‘Chiesa’ uruguaiana al centro del ‘Villaggio’... dei Principi.
4-3-3 o 4-2-3-1 poco importa, davanti c’è sempre Cavani. Il merito dell’allenatore spagnolo va oltre la semplice fiducia, ma si inserisce in un concetto di gioco legato al modo di stare in campo. Con Emery, Cavani torna l’attaccante a tutto tondo, capace di far partire l’azione e concluderla dalla parte opposta dopo un pazzesco coast to coast. L’esempio? Il gol al Lione (guarda qui) che riporta alla mente quello realizzato al Siena col Napoli in Coppa Italia (guarda qui), un concentrato di corsa, sacrificio e senso del gol che Laurent Blanc aveva oscurato.
I due gol segnati nell’ultimo match contro il Bordeaux fortificano il secondo posto di Cavani nella speciale classifica dei marcatori all-time del Psg. Superato ormai Pauleta fermo a 109, il Matador è adesso a quota 114, meno 42 da Zlatan Ibrahimovic, saldamente (per adesso) in testa alla graduatoria. Il rinnovo di contratto pronto ad essere firmato dovrebbe garantire all’uruguaiano il pass per quel prestigioso riconoscimento dal valore più morale che reale, scalzando dal trono l’artefice del proprio temporaneo oblio. Raggiunta quota 300 in carriera e festeggiata su twitter con il richiamo a Leonida e alla guerra delle Termopili, il prossimo obiettivo di Cavani resta la Champions, l’unico trofeo che manca nella sua personalissima bacheca dopo le 3 Coppe di Lega, i 3 titoli di Francia, le 2 Supercoppe e le 2 Coppe di Francia conquistate dopo aver valicato le Alpi.
Un titolo da conquistare e una Champions da sognare, Cavani è finalmente tornato. Alla mezzanotte di questa stagione scopriremo se la scarpetta (d’oro) persa durante quel fastoso ricevimento calzerà perfettamente al piede del Matador.