Una domenica - quella appena passata - per cuori forti, passionali. Ma soprattuto cuori d’oro. Crotone, ore 16,45. Il cuore dei tifosi della squadra di Nicola esplode di gioia, per la prima vittoria in Serie A. Storica. Qualche minuto dopo è uno dei protagonisti di questa realtà a metterci il cuore, oltre il campo. Dopo aver abbracciato lo Scida, Diego Falcinelli è volato col pensiero verso la sua Umbria, una delle tante regioni colpite dall’ennesima scossa di terremoto. Un gol regalato con il cuore, a chi ha subito una tale sciagura: sulla sua pagina Facebook si legge ‘trema la terra non il cuore” e con noi di gianlucadimarzio.com aggiunge ‘la mia dedica è andata anche alla mia gente, a chi sta vivendo momenti difficili”.
Capiamo subito che è un ragazzo con radici solide, ferme; legato in modo viscerale ai suoi affetti. Ne abbiamo la conferma quando ci parla orgoglioso della sua famiglia che lo segue in trasferta. Ma prima di farci raccontare com'è il Diego oltre il calcio, abbiamo qualche altra domanda. La più “scomoda” arriva per prima. Via il dente, via il dolore. “Cosa significa segnare con la maglia di cui non sembravi convinto fino agli ultimi giorni del mercato estivo?”. Lui con estrema trasparenza spiega: “Non è che non fossi convinto. Ci ho pensato tanto perché c’erano altre società che mi volevano. Alla fine ho scelto Crotone per la mia crescita e da quando sono qui non mi sono mai pentito”. In effetti a Crotone sembra essersi ambientato in fretta, la grinta con cui ha esultato domenica sotto la curva sembrava decifrare tutta la sua passione per questi colori, per questa squadra, per questa gente. Ma Diego è così, di suo. Ce lo spiega bene Patrick Bastianelli, suo agente ma prima di tutto amico: “E’ un ragazzo che lega con l’ambiente in cui lavora, dà sempre il massimo. La sua professionalità prescinde da allenamenti e partite. Un esempio? Dopo la trasferta di Firenze, la squadra aveva un giorno libero. L’ho chiamato per sapere che stesse facendo e lui si trovava in piscina a fare qualche vasca per tenersi allenato in vista della partita di domenica”.
Diego è così, tutto lavoro e famiglia. E senza grilli per la testa. Quando gli domandiamo del rendimento del suo Crotone, parla da vero leader: “Da Cagliari in poi ho visto che la squadra si stava adattando a questo campionato. Abbiamo fatto risultati negativi ma prestazioni positive e in casa siamo una squadra difficile da affrontare. Se ognuno fa il suo, i risultati non mancheranno”. Diego è davvero così eh, tipo che prende a cuore ogni esperienza, che si affeziona a tutti: allenatori, tifosi e compagni. Proprio per questo siamo curiosi di sapere come abbiano preso la sua partenza a Sassuolo: “Di Francesco non era contento che me ne andassi. Anche per questo ho aspettato a decidere. Lui voleva tre attaccanti ma io avevo voglia di sentirmi importante fin da subito, così ho scelto di venire a Crotone”.
Sul suo attuale allenatore, parole di stima: “Nicola è prima di tutto un’ottima persona. L’aspetto umano conta tantissimo e in questo può andare ovunque a testa alta”. Ora spazio a Trotta, compagno di squadra. E su quel litigio dal dischetto… sorride e commenta così: “Ci completiamo bene. L’episodio del rigore si è risolto subito! Dato che uno l’ha calciato Palladino e uno lui, il prossimo toccherà a me”. Viva la sincerità. Le gerarchie un po’ meno.
Arriviamo al Diego extra campo, tra hobbies e musica. La risposta alle sue passioni è la sua passione più grande: Dea, sua figlia. Con la voce un po’ più dolce ci dice: “Lei occupa tutto il mio tempo! Gli hobbies? Quando la sera sono a casa dopo aver messo a letto la bimba l’unica cosa che faccio è guardarmi un film….”. Altri sport? "Anche se non lo seguo tanto mi piace il tennis”. Se avrebbe fatto il tennista? Lui ridendo svela: “Mi ha sempre affascinato la figura del poliziotto, ma poi sono riuscito in quello che mi piaceva più di ogni altra cosa”. Proprio così. Patrick approfondisce: “Dalla Pontevecchio all’Inter, dalla Juve Stabia al Perugia, dal Foligno al Lanciano, ha sempre dato il 100%. E gli ripetevo continuamente che prima o poi sarebbe arrivato in Serie A perché le sue qualità e il suo spirito di sacrificio sono cosa rara da trovare”. Tra loro un rapporto stretto, vero e sincero. Si conoscono benissimo e un po’ di bene se lo vogliono. Affetto. Stima. Al cuor non si comanda, nemmeno in questo mondo. E domenica, Patrick è stata la prima persona a cui Diego ha telefonato. Prova del nove superata. Quella del dieci (e lode) è ancora tutta da vivere. Con un cuore diviso tra Dea, la sua compagna Angela, genitori, amici e tifosi. Che non sono solo del Crotone. Una salvezza da conquistare, l’amore (e il sostegno) per la sua Umbria che non mancherà mai. A cui va il pensiero più importante. Perché come ha detto Diego: “Trema la terra, non il cuore”.