48 ore dopo la retrocessione in Lega Pro, le lacrime dei tifosi non si sono ancora asciugate. Un dolore che fa fatica ad essere vissuto. Dopo quattro stagioni, il Trapani lascia la serie B. Non si è conclusa nei migliori dei modi la "rincorsa fantastica " di Alessandro Calori e dei suoi ragazzi. Non sono bastati i 31 punti del girone di ritorno con i miseri 13 dell'andata. Il dio del calcio ha deciso così. Ma a Trapani si fa fatica ad accettare il verdetto, si fa fatica a capire che la Speranza, quella che ha accompagnato tutti in questi ultimi mesi, non sia significata salvezza. Un cammino in grado di ridare dignità ad un popolo che mai si arrende. "Non è stata una sconfitta, ma una mancata vittoria". Queste le parole di un commosso Calori ieri in conferenza, dopo gli abbracci stretti con la squadra e qualche lacrima da nascondere. Un allenatore, che ha ribadito quanto conti la modalità con cui si fanno le cose. Si, retrocessione, ma a testa alta. Calori è entrato nei cuori dei tifosi, che con lui e con i suoi ragazzi hanno lottato, fino alla fine, fino al tempo concesso. Un'amarezza, resa ancora più grande, dalle vicende giudiziarie di questi giorni, che hanno portato agli onori della cronaca ,il figlio del patron Vittorio Morace, Ettore. Il danno e la beffa direbbe qualcuno. Per cui, adesso è anche l'incertezza dell'immediato futuro, a preoccupare i sostenitori granata. Tifosi, che sanno bene come si dimostra l'amore, la riconoscenza e l'affetto. Oggi è il compleanno di quel presidente che negli ultimi anni ha permesso di sognare e di acciuffare qualcosa di gigante, come la serie B, o qualcosa di troppo grande, come la serie A sfiorata la scorsa stagione. Ma ció che i trapanesi sanno fare, è rialzarsi, e l'hanno dimostrato in questa stagione. E allora pronti a ripartire, ad azzerare il dolore, con uno striscione di auguri e di sogni.
Data: 21/05/2017 -