Paolo Tramezzani qualche giorno fa ha lasciato il ruolo di vice di Gianni De Biasi nella Nazionale albanese per accettare il nuovo ruolo di allenatore del Lugano in Svizzera. Quest'oggi ha voluto salutare e ringraziare tutti quelli che lo hanno accompagnato in quest'avventura, dai giocatori fino a quel popolo albanese che non ha mai fatto mancare l'affetto in giro per l'Europa. Un affetto ripagato dallo storico risultato della qualificazione a Euro 2016, il momento più alto delle Aquile. Lo ha fatto tramite la propria pagina Facebook, con una lettera d'addio."
"Mi ricordo come fosse ieri quando arrivai nel gennaio 2012 in Albania, conoscendo poco del vostro paese, pochissimo della squadra, nulla della realtà che mi aspettava. In molti consideravano questa mia scelta come un salto nel vuoto e molto rischiosa a livello professionale. Dal primo istante sono rimasto affascinato dalla realtà che ho trovato: la Federazione , la squadra, i collaboratori, ma soprattutto l'amore e l'affetto di un popolo che da subito mi ha accettato, rispettato, aiutato e fatto sentire a casa. Cinque anni in cui tutti insieme abbiamo condiviso momenti che rimarranno sempre nel mio cuore.
Il primo ringraziamento va al mio Presidente Armando Duka, che dal primo giorno ha creduto nel lavoro da noi proposto e ci ha sempre dimostrato fiducia e serenità, importanti per la conquista di un obiettivo storico come il raggiungimento della partecipazione al campionato europeo. Ringrazio i miei ragazzi, i calciatori, che hanno capito quali potessero essere le loro potenzialità, si sono fidati di noi, ci hanno seguito ed hanno compreso che un sogno è realizzabile anche quando sembra impossibile, hanno capito che il lavoro fatto con dedizione ed impegno porterà sempre grandi soddisfazioni come quelle che abbiamo condiviso. Ringrazio i tifosi che ci hanno seguito in ogni trasferta in Europa, che riempivano gli stadi facendoci sentire calore e passione che li contraddistingue in ogni situazione: come dimenticare la coltre rossa che copriva gli spalti del Parc Olympique Lyonnais durante la partita contro la Romania: i volti felici ed orgogliosi di migliaia di persone che hanno spinto dentro la palla colpita da Sadiku. Voi mi avete insegnato cosa significa la parola orgoglio, attaccamento alla maglia, considerata una seconda pelle e trasmesso un senso di appartenenza che mi ha fatto sentire uno di voi. Ringrazio tutti voi che dal primo giorno mi avete accolto nella vostra grande famiglia sperando di avervi trasmesso l'entusiasmo e la passione che per 5 anni mi hanno accompagnato in questo grande viaggio insieme.
Infine, ma non per ultimo, il ringraziamento più grande va a Gianni. Mi hai voluto al tuo fianco, l'hai voluto fortemente. Hai avuto sempre un atteggiamento da fratello maggiore nei miei confronti, mi hai preso per mano e mi hai insegnato tanto. Sei stato fondamentale per la mia crescita sportiva, lo sei stato ancora di più sotto il punto di vista umano. Abbiamo camminato l'uno di fianco all'altro. Ho imparato che la fortuna non esiste perché mi hai fatto credere di più nel lavoro, nella motivazione, nella convinzione e nelle proprie capacità. Mi hai insegnato a non indietreggiare davanti alle difficoltà e che le cose non si risolvono da sole. Ho imparato ad essere intuitivo e pratico nella gestione del rapporto con i nostri ragazzi. Mi hai dimostrato che il calcio è come la vita, devi scendere in campo. Non potevo avere un maestro migliore. Mi porterò sempre dentro di me una parte di te.
Grazie di cuore.
Paolo