Tra certezza ed incertezze, posti da titolare consolidati (almeno per il momento) e prime chance assolute in Serie A a sorpresa. Se a decidere Milan-Lazio sono state due certezze sponda rossonera, tra il 5° centro in campionato di un irrefrenabile Bacca e il rigore di Niang, a conquistare la scena, tra luci più o poco meno alte, ci hanno pensato anche Davide Calabria e Tomas Strakosha.
Inevitabile, per chiunque, porre gli occhi soprattutto sul portiere albanese classe '95 (già convocato anche da De Biasi) della Lazio. Esordio in Serie A sfortunato sì, ma solo per il risultato finale: un pizzico di emozione all'inizio, tra un rinvio fuori misura e una presa con qualche brivido di troppo sulla conclusione di Bonaventura, poi almeno due interventi provvidenziali per evitare di rendere il passivo più pesante. Ex Primavera biancoceleste, inseguendo l'idolo Buffon, Strakosha è arrivato a lavorare fianco a fianco con un altro modello da sempre seguito, Marchetti, del quale stasera ha preso il posto: Coppa Italia Primavera e campionato in tasca e un gran rapporto con mister Bollini (tra esperienza nel settore giovanile e contatti mantenuti anche nell'annata spesa in prestito a Salerno) pronto a portarlo in alto, accompagnato da una testardaggine caratteriale che ha pagato, fino in fondo, regalandogli nientemente che un esordio alla "Scala del Calcio".
"Il mio obiettivo è diventare portiere della Lazio". Detto, fatto, e non solo alle spalle di Marchetti o Vargic, ma (almeno per oggi) titolare. Ragazzo tranquillo, riservato, dalla mentalità tosta e istintiva, presa tutta da papà Foto, ex portiere anche lui e il cui sangue calcistico, giorno dopo giorno, continua a scorrere nelle vene di Thomas: triplo segno della croce spalle al campo, volto a mostrarne anche la grande fede in Dio e primo viaggio in Serie A alle spalle, concluso da un sorriso un po' sconsolato in zona interviste. "Contento per il debutto, ma oggi conta il risultato e certamente non sono felice: quando perdi non ti rimane nulla di buono. La mia paeata più difficile? Quella di testa. Sono contento di questo debutto, ma deluso del risultato”. Maturità e futuro assicurato ad oscurare, in parte, il broncio di una Lazio che ancora, dopo 27 anni, non riesce ad infrangere il tabù San Siro-rossonero.
E Calabria? A livello di età, siamo lì (classe '96), ma sul giovane terzino rossonero ormai c'è ben poco da scoprire. Pagato 1.500 euro e nel giro dell'ambiente rossonero da 10 anni, per lui parla il campo: non la prima nè l'ultima, ottima partita disputata in Serie A (seconda consecutiva da titolare dopo Genova) per un ragazzo capace di mostrare sempre più buone cose sul terreno di gioco, dando ragione alla scelta del Milan di non privarsi di lui in estate nonostante la grande abbondanza di terzini.
L'infortunio occorso ad Antonelli e i problemi fisici accusati precedentemente da De Sciglio gli hanno riaperto le porte del campo, da titolare: un sogno che Davide continua a coltivare allenamento dopo allenamento, partita dopo partita, convincendo sempre più Montella a dargli uno spazio che, solo qualche mese fa, sembrava sostanzialmente imprevisto. L'insistenza del Cagliari per un prestito apparentemente vicinissimo, poi la virata su Isla e la permanenza in rossonero, scavalcando un Vangioni che sinora mai ha impressionato troppo lo staff tecnico rossonero: chiusure precise, capacità di giocare bene sia a destra che a sinistra (pur essendo nato centrocampista) e prestazioni in crescendo , capace di farne salire le quotazioni all'interno della batteria di 5 terzini rossoneri. Cresciuto con Brocchi in Primavera, lanciato in prima squadra da Inzaghi e ora, alla 12° presenza in Serie A, sempre più stretto a quei colori ai quali è legato da ormai quasi dieci anni, Calabria un anno fa impressionava tutti nel successo del Milan di Mihajlovic contro il Palermo: 365 giorni dopo circa, destino, si è ripetuto. E al meglio.
Casualità? Nulla affatto. Lui e Strakosha, presenza dopo presenza, mattone dopo mattone, sono pronti a costruire il proprio ruolo da titolari in Serie A. Tempo al tempo, naturalmente, soprattutto per Thomas: ma che Milan-Lazio abbia posto i propri riflettori su due grandi promesse del nostro campionato, esaltandone le qualità, resta un segnale di cui i settori giovanili delle due società debbano andare pienamente orgogliose. Tra porte e fasce dal futuro assicurato.