White Hart Lane, Tottenham-Chelsea: una fetta di Premier passa per il derby. Tutti a tifare per gli "Spurs" di Pochettino che battendo i "blues" di Antonio Conte manterrebbero ancora vive le speranze di un campionato avvincente fino all'ultima giornata.
"È il calcio. È normale che sia così" - dichiara Pochettino nel corso di un'intervista concessa a La Gazzetta dello Sport - "Tutti si coalizzano contro i primi. Solo a noi la scorsa stagione accadde il contrario: eravamo secondi, ma si erano schierati tutti a favore del Leicester. Capisco però le ragioni di quella situazione: la storia del Leicester di Ranieri è stata davvero straordinaria. La partita chiave per noi fu il k.o. nel derby con il West Ham del 2 marzo. Poi ci fu il pareggio con il Wba. E poi quel 22 con il Chelsea. La mia squadra è giovane e l’esperienza in certi momenti è fondamentale. I giocatori più importanti avrebbero forse potuto dare qualcosa di più nelle fasi cruciali, ma non si può essere al top dieci mesi l’anno".
Pochettino è convinto di poter vincere: "Stiamo bene e vogliamo vincere. Io penso sempre positivo. C’è il desiderio comune di giocarcela al meglio e di esprimere il nostro calcio in libertà, senza lasciarci condizionare dal pensiero del risultato. Il Chelsea merita il primo posto, non ci sono dubbi. Non vinci 13 gare di fila se non possiedi una base solida di gioco e di carattere. Conte sta facendo un lavoro eccezionale. Si è inserito benissimo nel campionato più difficile del mondo. La Premier è una maratona senza soste: ti logora sul piano fisico e consuma energie nervose in quantità industriale. Crisi Guardiola? Credo che anche al miglior allenatore al mondo vada concesso un periodo di adattamento in un contesto come questo".
Conte? Un amico: "Un anno fa Antonio venne a farci visita al Tottenham. All’epoca era il c.t. dell’Italia. Seguì l’allenamento e poi andammo a pranzo, a parlare di tattica e di gestione dello spogliatoio. Trascorremmo tre ore decisamente piacevoli. Io apro sempre le porte della mia casa ai colleghi. Gli scambi di idee rappresentano un arricchimento. Lo spionaggio è ben altra cosa. Da calciatori ricordo un’amichevole dell’agosto 1998 a San Benedetto del Tronto, Juventus-Espanyol. Lui partì dalla panchina ed entrò nella ripresa. Andata? Nel primo tempo giocò meglio il Tottenham. Il Chelsea uscì alla distanza e fu molto cinico. Avremmo meritato il pareggio, ma la squadra di Conte è spietata. Ha calciatori di esperienza, abituati a lottare per i titoli".
In caso di vittoria del Chelsea la Premier avrebbe già eletto la regina? Un più otto sul Liverpool sarebbe una mazzata al campionato: "Io penso positivo e credo che possiamo fermare il Chelsea. Conte è un uomo di calcio e capirà".