C’è chi ha il blocco di mercato, c’è chi, invece, il mercato lo blocca da solo. Problemi economici? Mancanza di appetibilità dei giocatori? Niente di tutto questo. È solo una scelta che ha dell’incredibile. Ma che sembra vincente. Un caso più unico che raro quello del Tottenham di Pochettino, che ha realizzato un miracolo regalandosi la sua prima finale di Champions da allenatore. Anzi, ha il sapore di record.
Da quando nel 2003 era stata infatti inserita la sessione di calciomercato in Premier League, nessuna squadra aveva mai pensato di restare così com’era. Chi comprava molto, chi comprava poco (storicamente, il Manchester United ha sempre puntato su pochi acquisti e su una rosa duratura nel tempo), ma mai chi non comprava nessuno. Anzi, nessun acquisto e nessuna cessione. Niente. “Stiamo bene così, perché cambiare?” ripeteva Pochettino. Aveva ragione.
Solo la stagione prima, gli Spurs avevano speso qualcosa come 100 milioni: erano arrivati Sanchez, Foyth, Aurier e Llorente. Ah, anche un certo Moura, ma a gennaio. Hanno inciso? Guardare la Champions League 2018/2019 per avere una risposta. Forse, la prossima estate, qualcosa cambierà: Eriksen, che in passato era stato cercato anche dalla Juventus, è vicino al Real Madrid. Potrebbe salutare. Ma si parla di futuro e chissà cosa succederà a giugno... Il capolavoro di Pochettino, che gioca un calcio meno spettacolare di Liverpool, Barcellona e Ajax ma che è emozionante nel ritmo e nella carica che ha saputo dare ai giocatori, passa anche da questo dettaglio: non cambiare, se non serve, è giusto. È decisivo. “Alla fine sono i calciatori i veri proprietari del calcio, non i manager” ha dichiarato dopo il passaggio in finale. È la sua rivoluzione: se la gode tutta.