Torna, gioca, segna. A 39 anni Alessandro Frau si è preso un bel rischio, ma sta vincendo la sua scommessa: alla quarta presenza ha segnato il gol da tre punti. E' stato lui il "match winner" di San Teodoro-Torres, girone G della serie D. Con gli occhi della tigre l'ex Roma si è rimesso a disposizione della squadra che più di tutte ha segnato la sua carriera: 10 anni a Sassari, 200 presenze e quasi 50 gol. Una scelta di cuore per il fantasista di Porto Torres che adesso prova a dare il suo contributo per salvare la squadra dalla retrocessione in Eccellenza.
Gol da tripla, Alessandro, come hai festeggiato domenica? "Con i compagni, è una vittoria di tutti" -commenta ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com un emozionato Frau - "Per me una gioia immensa per tutta una serie di motivi. Perché si tratta della squadra della mia città, il club che più mi ha dato in carriera. Perché erano ormai otto anni che non indossavo questa maglia e non ci speravo più. Ma soprattutto perché è una rete che ci ha regalato tre punti e ci fa sperare nuovamente. Adesso dobbiamo crederci, la rotta deve cambiare e il risultato ci dà più sicurezza. Ma è solo l'inizio".
Cosa ti ha spinto a rimetterti in gioco? "L'orgoglio e il cuore, volevo dare una mano a una società che per me rappresenta tantissimo. Mi ha contattato qualche mese fa Salvatore Pinna, anche lui rientrato nel club dopo tanti anni, e mi ha chiesto se ero disponibile a far parte della squadra. Ci ho messo un secondo a dire "sì" e così eccomi qua. Dall'esterno ho vissuto malissimo la crisi della Torres, da tifoso era l'ennesima delusione che dovevo vivere insieme a tutta la città. E' un club storico, non merita questa situazione. I tifosi per strada mi fermavano preoccupati, mi sentivo un leone in gabbia. Adesso posso provare a rimediare gli errori commessi dalla precedente gestione".
Hai vissuto anche momenti felici con la Torres. Che ricordi hai della stagione 2005-2006? "Bellissimi, ma, purtroppo, anche brutti. Per un sassarese contribuire al sogno di portare la Torres in serie B è il massimo e noi nel 2006 arrivammo veramente a un passo dal realizzarlo. Con Cuccureddu tirammo su un'ottima squadra, battemmo anche il Napoli, un campionato da sogno e uno dei momenti più belli della storia del club, che si concluse però nel peggiore dei modi. Non solo non arrivò la B, per colpa del Grosseto di Max Allegri, ma ci fu anche la retrocessione".
Tra gli altri periodi felici della tua carriera c'è anche la stagione 1998-1999: "Esperienza indimenticabile, momenti, che adesso che sono consapevole non ritorneranno più, custodisco gelosamente, come l'esordio in A. Mi volle Zeman e cominciai a capire subito cosa significasse giocare in serie A. La preparazione fu molto dura, ma il boemo mi stimava e mi ha insegnato tantissimo. Nella Roma c'erano giocatori fantastici, come Francesco Totti e Eusebio Di Francesco, con il quale legai particolarmente. Francesco era spettacolare in campo, ma anche come persona. Un ragazzo semplice, sempre disponibile, con la battuta pronta e adesso che ha 40 anni è rimasto uguale. Ricordo ancora che per non sbagliare nome diceva a tutti 'A Chicco, namooo'. Di lui ho un ricordo bellissimo".
So che da piccolo tifavi Juventus: chi la spunta in campionato? "Sì, i bianconeri erano la mia squadra del cuore, ci giocava il mio idolo, Alessandro del Piero. Scudetto? Sarà una bella lotta. La Roma sta facendo un campionato stupendo e considerando che la Juventus ha l'impegno più difficile in Europa penso che sarà un testa a testa fino all'ultima giornata. I giallorossi sono solidi e continui, ci sarà da divertirsi quest'anno".
E la Torres la spunterà nella lotta salvezza? (lungo sospiro) "Da qui fino a giugno l'unico obiettivo mio e dei miei compagni è salvare questo storico club dall'ennesima delusione: darò tutto quello che ho, nonostante l'età. La città e i suoi splendidi tifosi hanno già sofferto abbastanza".