Interviene in conferenza stampa per chiarire più di un concetto, Sinisa Mihajlovic. E vuole che la squadra stringa i denti, in previsione delle partite che il suo Torino dovrà affrontare. Alla vigilia della partita con la Lazio, l’allenatore del Toro ha subito voluto prendere la parola: "Vorrei spiegare alcune cose” dice, “per essere chiari: io credo che ogni allenatore debba avere la sua idea di gioco e calcio, ma debba adattarsi a uomini, momenti e situazioni. A me piace un Toro offensivo, che giochi per vincere e mai per non perdere. E questo penso si sia visto spesso l'anno scorso. Quest'anno ci sono giocatori per giocare in modo ancora più offensivo; ma purtroppo dopo la sconfitta con la Juve e i pareggi con Verona e Crotone abbiamo perso sicurezza. Dopo le due sconfitte con Roma e Fiorentina ho deciso di cambiare, per ridare vecchie certezze alla squadra: se gioco con 4 attaccanti, so a cosa vado incontro, e mi aspetto che i 4 facciano la differenza. Purtroppo Niang fino a oggi non l'ha fatto, Belotti ha segnato solo 3 gol, Ljajic ha giocato una gara sì e una no, praticamente. Per cui, se non vinciamo, devo pensare a non perdere: 3 pareggi so che valgono una vittoria e due sconfitte, ma una sconfitta non aiuta mai. Toglie autostima, sicurezze. Per questo ci siamo affidati ai più esperti e a un modulo coperto: c'era bisogno di ridare compattezza, solidità ed equilibrio. Sicuramente ora stiamo meglio, ma è anche vero che abbiamo incontrato squadre importanti. E ora abbiamo la Lazio e il Napoli. Ci sono alcuni momenti in stagione in cui bisogna stringere i denti e restare attaccati al gruppo, e altri in cui mettere la freccia: la nostra fase per ora è la prima. È vero che abbiamo pareggiato tante gare, che ci mancano 4-5 punti, ma non sono quelli delle ultime partite. Purtroppo non possiamo andare indietro, ma guardare avanti".
“Tutto quello che abbiamo fatto o non fatto” ha continuato Mihajlovic nella conferenza fiume, “in qualche modo era previsto. Ora sappiamo che incontreremo due squadre più forti di noi, l'hanno dimostrato: ma sappiamo che se giochiamo, se abbiamo la compattezza difensiva, ci metteremo più convinzione e cattiveria davanti, allora possiamo portare a casa il risultato. Tutti i pareggi non sono uguali, il nostro obiettivo è rimanere attaccati al gruppo europeo: la classifica è corta, dobbiamo aspettare, e spero avvenga il prima possibile, che le cose funzionino. Da Belotti, a Niang, a Ljajic, per dire. Le pressioni dell’ambiente? Fanno parte del mio lavoro, e anzi se non ci sono quasi non mi piace. I tifosi e i giornalisti fanno il loro lavoro: fischiano e criticano se lo ritengono giusto. Noi sappiamo come stiamo lavorando e io so cosa posso aspettarmi dalla squadra”.
Di certo, contro la Lazio ci vorrà una grande partita: “Penso che, con l’Inter, sia le squadra più sorprendente. È forte, messa bene in campo, si difende e riparte bene. Hanno tanti uomini di qualità, con tante soluzioni in panchina. Hanno perso due sole partite in campionato, e forse manca loro qualche punto. Ma noi sappiamo a chi andremo incontro e che hanno qualche piccolo difetto. Per fare risultato servirà una grande partita. Fino a oggi abbiamo fatto qualche errore di troppo, ma il campionato è lungo, la classifica corta, e si vedrà partita per partita. Sta a noi tramutare i fischi in applausi. Noi cerchiamo di fare le cose per bene, per sentire complimenti e applausi. Cambi di formazione? Forse qualcosa, ma non dovrà essere letta come bocciatura“.
Bocciatura che, parlando di calciomercato, per qualcuno è arrivata, cioè Sadiq: “Un centravanti va preso, di sicuro. In estate si era fatta una scelta: scegliere o un giovane o un giocatore esperto, avendo Belotti in squadra. Sadiq ha dimostrato di non essere ancora adatto a questi livelli. Per cui servirà qualcuno. Niang? Lui sta male, non è disponibile, non riesce ad allenarsi con continuità. Ma deve dare di più. Mi aspetto anche di più da Boyé e Berenguer. Eder mi piace ma dà meglio a destra. E lì c'è Iago che non tradisce. Qualcosa in più gli attaccanti dovranno dare. Rispetto all’anno scorso, comunque, non c’è un problema di intensità, ma eventualmente di qualità. Pensiamo a Zappacosta e De Silvestri: sono due terzini con caratteristiche diverse. Il secondo, per esempio, è più fisico del primo. Se per esempio avessimo un Niang a pieno regime, non ci sarebbe problema con il discorso sulla corsa. Lo aspettiamo, presto. Ma deve stare bene fisicamente e di testa“.
Valentino Della Casa