Walter Mazzarri nella lunga intervista concessa a TuttoSport ha toccato tutti i temi a lui più cari del passato, presente e futuro della carriera.
L’allenatore del Torino prima di tutto pensa al presente e si raccomanda afficnhè tutto l’ambiente non si monti la testa per gli ottimi risultati fin qui ottenuti: “Calma, manteniamo l’equilibrio. E’ fondamentale proprio perchè arriviamo da cinque risultati utili consecutivi. Il difficile arriva ora”. Si riparte dal Chievo dunque, atteso domenica a Torino, la prima di una serie di partite molto complicate: “Le tre partite che ci attendono con Chievo, Frosinone e Bologna andranno prese nel modo giusto, se no roviniamo tutto. Il passaggio nodale è questo. E per un allenatore è più complicato preparare una partita contro l’ultima in classifica che contro una big. Da giorni sto martellando i giocatori perchè non mollino neanche un briciolo nell’attenzione e nella fame. Non ho ancora la certezza che abbiano imparato la lezione. Sono curioso di capirlo”.
Il segreto di questo Toro così determinato e solido in difesa sta nelle piccole cose; allenamenti duri e concetti che, ripetuti più volte, sono entrati profondamente nella testa dei giocatori: “Mi aspettavo di disputare un buon campionato perchè sono una persona ottimista con realismo. E perchè sono un martello. Vi faccio un esempio: al Fila, mesi fa, a qualche giocatore tornai a spiegare certi esercizi come l’uno contro uno, che solitamente si apprendono durante gli anni di vivaio. E anche questo lavoro sta pagando ora””.
Ma il centro d’allenamento del Torino non è solo lavoro e serietà. E’ un ambiente familiare, dove i giocatori si sentono in sintonia con lo staff e possono essere sempre se stessi. Risultato? Scherzi, risate, ma anche giocatori che arrivano per allenarsi nei modi più bizzarri. Uno su tutti Nicolas Nkoulou: “Ogni tanto arriva al campo vestito in modo…come dire…curioso. Divertente. Un giorno si presentò con addosso un vestito che sembrava un pigiama. Così non appena lo vidi gli dissi: ascolta se mi dici dove hai comprato un vestito così bello, domani vado anch’io a comprarlo!”.
Mazzarri ricorda anche un passato glorioso, una parte della sa carriera dove sembrava potesse approdare in qualsiasi squadra di Serie A: “Una decina di anni fa mi pareva di essere un rappresentante. Grazie all’incredibile salvezza con la Reggina centrata nel 2007 nonostante la zavorra della penalizzazione di 12 punti, c’erano 12 società di Serie A che mi chiamarono per propormi la conduzione delle loro squadre, a parte le grandissime squadre, mi volevano davvero tutti”.
L'intervista completa in edicola su TuttoSport.