Dalla Juventus al Torino, il viaggio a tappe di Iago Falque potrebbe finire dove è iniziato. Furono i bianconeri a portare in Italia l'esterno spagnolo e adesso Iago vorrebbe rimanere a lungo in granata. Dieci gol e cinque assist questa stagione, il Torino la sua "dimensione":
"Alla fine il calcio ti mette dove meriti" - di legge nelle pagine de La Gazzetta dello Sport - "Io qui ho trovato la mia dimensione e dopo una carriera un po’ complicata, una squadra diversa ogni anno, ora vorrei fermarmi al Torino. E se vedo il Barcellona in tv non mi viene da pensare che avrei potuto essere lì. Luis Enrique mi disse che nel Barça B non c’era spazio per me, così parlai con altri club. Dopo un mese ci ripensò, ma a quel punto avevo deciso di cercare fortuna alla Juve. Non ne ho avuta, è vero, ma gli anni al Barcellona e alla Juve mi hanno comunque fatto bene. I primi per il carattere, anche se quando esci dal Barça, col suo calcio così particolare, non è facile riprogrammarsi. Quelli a Vinovo mi sono venuti utili quando sono tornato in Italia, che è Paese un po’ particolare".
Italia, sangue caliente: "Qui il calcio si vive più caldo che in Spagna. Qualche sera fa, per esempio, ero al ristorante e davano una partita in tv, non ricordo quale: quando alla fine hanno dato un rigore per 4 minuti i camerieri hanno smesso di servire a tavola, finché non lo hanno battuto. Juve-Milan? Forse. Ma io non parlo mai degli arbitri! ". Iago Falque indica le sue favorite per la Champions: "Il Barça, poi il Real, ma occhio anche al Bayern. Però Messi, Neymar e Suarez possono risolvere qualsiasi partita. Quei tre giocano un altro sport". Allenatore speciale? "Tutti ti fanno crescere. Ma Gasperini di più. E Garcia alla Roma mi ha dato fiducia anche se avevo problemi al ginocchio. Rimpiango di non averlo potuto aiutare io negli ultimi due mesi".
Nessuna sorpresa per l'Atalanta dei miracoli: "Per nulla. Gasperini ti fa arrivare al limite delle potenzialità fisiche e tira fuori il meglio da te. Rincon, Sturaro, Kucka, Antonelli, Bertolacci ora sono tutti in grandi squadre. Io stesso con lui al Genoa ho fatto il mio record di gol, 13. Quest’anno sono a 10, ma non ho l’ossessione di superarmi". Inter, avversario tosto: "Sappiamo che stanno bene, ma più che preoccupati siamo attenti. In casa facciamo grandi cose, ne abbiamo persa una sola, con la Juve, e solo negli ultimi minuti. Sento che può essere la partita della svolta per chiudere al meglio dopo un periodo un po’ così. I giocatori che ha là davanti l'Inter fanno paura, ma pure dietro. Una rosa fortissima che non sta lottando per lo scudetto solo perché ha iniziato male la stagione. La prossima sarà lì a giocarselo con Juve, Roma e Napoli".
Stima speciale per Candreva: "Mi piace in modo particolare. Gli invidio come calcia, i cross: ho letto che è quello che ne fa di più in Serie A. Mi piace perché è completo: aiuta gli altri e segna, i suoi 8 gol li fa tutti gli anni. Più forte Belotti o Icardi? Ma il Gallo, no? Sono due attaccanti diversi, forti tutti e due. Icardi è molto bravo, Belotti però è un po’ meglio: lo dicono i numeri. Se continua così Mauro ci arriva sicuro in Nazionale. Il problema è che l’Argentina ha tanti bravi attaccanti: Messi, Aguero... Ci sono anche Higuain, Dybala, Pastore. Come dicevo, la concorrenza è tanta. Tutti al Toro aiutiamo Andrea, ma Belotti è uno che si aiuta da solo, che sa crearsi le occasioni. Lo vedo tranquillo, perciò dico che ce la farà: 22 reti sono tante anche se il campionato finisse ora". L'intervista si chiude con un pronostico: "Finisce due a uno per il Toro. Ma il secondo gol lo segno io".