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Data: 07/10/2017 -

Torino, Campini: “Le stampelle, le corse e le possibili calcificazioni: vi spiego il recupero di Belotti”

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28 anni da medico del Torino. Prima a fare i controlli dell’anti-doping alle partite granata, poi direttamente come membro dello staff. Il dottor Campini ha passato una vita all’interno dell’infermeria del Torino, anche se adesso è passato al Sion: “Il Toro è la squadra della mia vita. In seconda elementare il maestro mi chiese ‘per chi tifi’’ e io subito: ‘per il Torino, perché rende onore al nome della mia città’ – Ha raccontato Campini sulle colonne di Tuttosport – Dopo la laurea in medicina e i controlli anti-dopoing alla partite granata, quando Boccardo lasciò mi chiesero di sostituirlo. Poi dal 90’ diventai io il responsabile dello staff sanitario del Toro. Adesso sono al Sion, come tecnico c’è Tramezzani e in attacco Acquafresca”.

Dalla storia all’attualità, Campini parla dell’infortunio di Belotti: “Il dottor Tavana (nuovo medico del Torino) è un professionista che conosco bene, con la sua grande carriera nel Milan dei trionfi. Il Toro è sicuramente in ottime mani. Belotti? Premesso che non ho visionato gli esami che ha fatto e che quini posso esprimere un parere solo da… Esterno, ci sono mote analogie con l’infortunio di Acquafresca, anche se il danno subìto da Robert è minore. In parole povere, il legamento collaterale mediale, cioè quello che si allunga sul lato interno del ginocchio, ha subito una lesione che ora si deve cicatrizzare. Come un grosso elastico parzialmente tagliato? Possiamo dire così, ma non rotto per fortuna: altrimenti l’operazione diventa indispensabile. Questo legamento è formato da due fasci: superficiale e profondo. Quest’ultimo è attaccato alla capsula. A leggere la diagnosi viene da pensare che il primo sia un po’ più lesionato del secondo”.

La prognosi per il recupero di Belotti è stimata in 4 settimane, come affermato dal dottor Tavana. Un mese e poi il Gallo potrà tornare a giocare: “E’ perfetta come diagnosi scientifica, ma chiaramente è anche soggetta a possibili ritocchi, in base a come procede il recupero. Ogni giocatore alle sue reazioni, di solito si oscilla intorno al mese, settimana più settimana meno. Presto il tessuto del legamento tende a cicatrizzarsi con le terapie e il tempo. Le stampelle? Volendo si può usare anche un tutore nei primi giorni. Perdi un po’ di tono muscolare. Con i macchinari si può anche praticare l’elettrostimolazione, per riprendere la muscolatura. Acquafresca, anche se il suo infortunio è di entità minore, dopo 5,6 giorni ha iniziato a pedalare sulla cyclette: non sentiva più male. Dopo ha iniziato a correre sul campo in linea diretta, senza cambi di direzione per evitare di mettere in tensione il legamento. Dopo 11 giorni ha ripreso a toccare il pallone. Le fitte ricorrenti? A calciare è normale all’inizio sentire un po’ di fastidio quando tri di piatto, ma pian piano passa. E’ lo stesso giocatore che capisce di essere guarito: quando in partitella si getta nei contrasti e tiri d’istinto senza sentire punture d’ago. Si guarisce senza conseguenze: il ginocchio non resta ballerino, torna esattamente come prima. L’unica complicazione potrebbe essere il morbo Pellegrini-Stieda. E’ capitato a Sala nel ’78, tornò a giocare ma sentiva dei dolorini per quasi tutta la stagione quando calciava di piatto. Perché se la lesione è vicina all’inserzione con il femore possono depositarsi Sali di calcio dell’osso nella cicatrice”.

Tags: Torino



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