I primi sei mesi a Bari sono stati “di rodaggio, diciamo così”, ma ora è pronto a prendere il controllo della difesa biancorossa: parola di Denis Tonucci, centralone di 183 centimetri per 78 chilogrami rimessosi in carreggiata nelle ultime due partite, tra Crotone e Avellino, dopo un girone ai box per una lesione al collaterale mediale al ginocchio sinistro. “Ad Avellino credo di aver giocato una buona partita, mister Camplone adotta un metodo di allenamento che a me piace molto: l’intensità che mettiamo in partita deriva da quello”. Tre presenze nelle prime quattro giornate di campionato, poi 20 partite fuori: da Crotone al Crotone per ritrovare una maglia: “Ho sofferto a stare fuori per 12 giornate, poi quando sono ritornato a disposizione il mister evidentemente aveva altre idee tattiche e la squadra stava giocando bene”. Un rammarico però c’è: “A dicembre, quando la squadra ha avuto un piccolo momento di difficoltà, speravo di poter essere chiamato in causa ma è andata diversamente”.
Nel calciomercato di gennaio le offerte non erano mancate, ma a Bari Tonucci “sta bene, e così anche la mia famiglia”. L’obiettivo è chiaro: voltare pagina per un girone di ritorno da protagonista: “In una delle prime conferenze a Bari l’avevo detto: siamo tutti uomini e lottiamo tutti per lo stesso obiettivo. Io mi sono sempre allenato bene e ho terminato a testa alta ogni allenamento. Forse a mister Nicola questo non bastava e ora invece mister Camplone ha letto dei miglioramenti”. Nessun rancore per il passato, ma amarezza per gli ultimi risultati, con un solo punto incamerato dal Bari nelle ultime tre partite: “Abbiamo commesso questi errori nel momento in cui le cose ci riuscivano bene: a Pescara eravamo in controllo della partita sull’1-1, contro il Crotone eravamo addirittura in vantaggio e la stessa cosa è successa ad Avellino. Probabilmente, appena ci rilassiamo un attimo, tendiamo ad avere questi cali di concentrazione”. Questione di testa, ma anche di coperture, come quelle costate cinque cartellini rossi ai compagni di Tonucci in occasione delle cinque presenze del difensore umbro con la maglia del Bari: “In effetti è andata così, ci penso solo ora: sono solo casualità, o forse trasmettiamo troppa grinta al resto della squadra” scherza lui. Nei suoi occhi c’è voglia di riscatto, anche dopo l’annata in chiaroscuro di Brescia: “Io e Valerio (Di Cesare, ndr) ci intendiamo sul campo e ci intendevamo a Brescia: siamo affiatati anche fuori dal campo e credo che questo possa avere dei benefici. Conosco bene anche Cissokho, l’ho affrontato con l’Ajaccio quando era al Nantes, è un ottimo laterale. Micai? Siamo stati contenti per la sua prestazione e il rigore parato: ha sfruttato bene l’occasione e ora si mette in discussione per un posto”.
La classifica recita quota 40 e sesto posto, Tonucci e compagni sanno che occorre riprendere a marciare a velocità più sostenute, a tre settimane dall’ultima vittoria: “I tre punti contro il Latina li vogliamo anche noi: abbiamo partite che non possiamo sbagliare, dovremo imparare dagli errori fatti e non possiamo permetterci più cali di concentrazione. Noi ci siamo detti che dobbiamo far fruttare il pareggio di Avellino nella mente e nelle gambe”. La ricetta per la scalata è quella di una vita: “Nella mia carriera sono quasi sempre partito in sordina e poi ho conquistato la maglia da titolare: sono abituato alle scalate difensive e a Cesena in un anno ho fatto quattro gol. Chissà che non succeda presto anche a Bari”.
Luca Guerra